I disservizi di Poste Italiane. Lettera aperta a Massimo Sarmi

par roccob
mercoledì 5 marzo 2014

Un reclamo, credo giusto e legittimo, e la sordità di Poste Italiane

A seguito di un disservizio con conseguente danno, più di un mese addietro ho inviato all'amministratore delegato di Poste Italiane, ingegner Sarmi, il seguente reclamo:

Riservata personale

Lecce 21 gennaio 2014

 

Egregio Signore

Ing. Massimo Sarmi

Amministratore delegato di Poste Italiane Spa

Viale Europa, 190

00144 R O M A

Reclamo e richiesta rimborso

Con la presente, Le chiedo formalmente di farmi rimborsare a stretto giro di corriere, mediante vaglia postale a me intestato e da spedirmi all'indirizzo sotto segnato, l'importo di euro 9,08 (euro nove e otto centesimi), pari al costo della raccomandata1 con prova di consegna da me spedita ieri 20 gennaio 2014, alle ore 10,50, all’Ordine dei giornalisti della Puglia, tramite l’ufficio postale Lecce6, come da allegata ricevuta.

Dichiaro che sono stato costretto a predisporre e spedire la raccomandata1 in parola a causa di un grave disservizio, e conseguente inadempienza, da parte di Poste Italiane.

Difatti, al fine di partecipare a un concorso, già in data 7 gennaio 2014, sempre tramite il suddetto ufficio postale di Lecce6, avevo mandato, al medesimo destinatario, la raccomandata con ricevuta di ritorno contraddistinta dal numero 149 510 189 567. Purtroppo, tale spedizione, fino a ieri mattina 20 gennaio 2014, cioè a distanza di ben tredici giorni dall’invio, non era stata ancora consegnata, come avevo potuto appurare attraverso il vostro servizio “Dove e quando” (vedere relativi esiti acclusi) e come, inoltre, ho fatto verificare, un attimo prima di inviare la seconda raccomandata1, dal responsabile dell'ufficio postale Lecce6.

Resto in attesa del rimborso in questione e porgo distinti saluti.

Rocco Boccadamo

Purtroppo, nonostante il considerevole tempo trascorso, non mi è pervenuto alcun riscontro, né, tantomeno, il rimborso richiesto. Che dire, è l’ennesimo esempio dell’insensibilità e dell’arroganza con cui, sovente, i pubblici servizi trattano gli utenti.

Nella specifica circostanza, è dimostrato che l'ingegner Sarmi non sente, eppure egli riceve una retribuzione annua lorda di ben due milioni duecento mila euro, che dovrebbe indurlo a stare sveglio e attento giorno e notte e, a ogni modo, a rispondere o far rispondere sollecitamente, come è doveroso, ai reclami e alle richieste dei cittadini.

Prego voler dare spazio alle presenti note, non tanto per le dimensioni del problema e per il fatto che mi trovo personalmente coinvolto, quanto giacché, come detto sopra, questo modo di agire è tristemente diffuso.

Ringrazio dell’attenzione.


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