I Savoia e il debito con la Storia e con gli italiani
par Massimo Icolaro
mercoledì 19 febbraio 2025
I Savoia e il mito del loro "tesoro": tra razzie, massacri e guerre mondiali
Negli ultimi anni si è tornato a parlare delle presunte pretese dei Savoia su un loro ipotetico "tesoro", un patrimonio che sarebbe stato ingiustamente sottratto o congelato dallo Stato italiano. Ma di quale tesoro stiamo parlando? Per comprendere appieno la questione, è necessario ripercorrere la storia dell'unificazione italiana, delle razzie compiute dai Savoia nei regni preunitari e delle responsabilità della dinastia nelle tragedie del Novecento.
L'oro razziato dai Savoia: il saccheggio dell'Italia post-unitaria
L’unificazione italiana fu per molti versi una conquista territoriale mascherata da impresa patriottica. La monarchia sabauda non solo inglobò i vari stati italiani, ma si appropriò anche delle loro ricchezze.
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Il saccheggio del Regno delle Due Sicilie: Dopo la conquista borbonica, le casse del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia, tra i più ricchi istituti bancari europei dell’epoca, vennero svuotate. Si stima che circa 500 milioni di lire-oro furono trasferiti al nord per finanziare le guerre e l'industrializzazione piemontese. Questo drenaggio di risorse impoverì il Meridione, che da allora divenne terra di emigrazione.
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Lo Stato Pontificio e le spoliazioni ecclesiastiche: Nel 1870, con la presa di Roma, i Savoia confiscarono immense proprietà della Chiesa, accumulando ulteriori fondi e immobili che andarono a incrementare il loro patrimonio.
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Le tasse vessatorie e le vendite forzate: Le nuove imposte introdotte nel Sud, come la tassa sul macinato, impoverirono ulteriormente la popolazione. Nel frattempo, le terre ex feudali finirono nelle mani di grandi latifondisti e speculatori legati alla monarchia.
Pontelandolfo, Casalduni e la repressione del Sud
L’annessione del Sud non fu indolore. Le popolazioni locali non accolsero con favore l’esercito sabaudo, e si innescò una resistenza che venne etichettata come "brigantaggio". La risposta del nuovo Regno d'Italia fu feroce:
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Strage di Pontelandolfo e Casalduni (1861): Due paesi della provincia di Benevento furono dati alle fiamme e centinaia di civili furono massacrati dall’esercito piemontese per punire la resistenza locale.
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Legge Pica (1863): Una legge speciale permise la repressione con metodi da stato di guerra, comprese fucilazioni sommarie e deportazioni.
Questi eventi, spesso taciuti nei libri di storia ufficiali, mostrano il vero volto della "liberazione" unitaria e il prezzo pagato dalle popolazioni meridionali.
Le responsabilità nella Prima e Seconda Guerra Mondiale
Dopo l'unificazione, la politica espansionistica e bellicosa dei Savoia portò l’Italia a guerre devastanti:
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Prima Guerra Mondiale: L’ingresso dell’Italia nel conflitto nel 1915 fu fortemente voluto da Vittorio Emanuele III e dalla classe dirigente per interessi geopolitici. Il costo fu di oltre 600.000 morti e un'economia devastata. La mala gestione del dopoguerra favorì l’ascesa del fascismo.
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Seconda Guerra Mondiale: Vittorio Emanuele III, dopo aver sostenuto Mussolini per vent’anni, si rese complice dell’entrata in guerra dell’Italia nel 1940. Quando la situazione precipitò, fuggì da Roma lasciando l’esercito e la popolazione nel caos. Il suo operato causò non solo la disfatta italiana, ma anche la perdita delle colonie e un ulteriore impoverimento del Paese.
Il presunto "tesoro" dei Savoia
Dopo il referendum del 1946, la monarchia venne abolita e la famiglia reale esiliata. Nel tempo, i Savoia hanno più volte avanzato richieste di restituzione di beni e patrimoni, sostenendo di essere stati espropriati ingiustamente.
Tuttavia, queste pretese risultano difficili da giustificare se si considerano:
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Le ricchezze accumulate con le razzie post-unitarie;
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Le responsabilità nei crimini contro il Sud e nelle guerre mondiali;
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Il fatto che, al momento dell’esilio, i Savoia portarono con sé ingenti somme e gioielli.
Conclusione: Chi ha realmente pagato il prezzo della storia?
L’Italia ha subito enormi saccheggi e sofferenze sotto la dinastia sabauda. Il "tesoro" di cui i Savoia parlano è nulla in confronto alle ricchezze che hanno sottratto al popolo italiano nei secoli.
Se c’è qualcuno che dovrebbe fare i conti con la storia, non è certo lo Stato italiano, ma la famiglia Savoia stessa, per le responsabilità morali, economiche e politiche che hanno segnato la nostra nazione.