I riflessi del congresso del "Popolo delle libertà" in Italia

par MJAC
martedì 31 marzo 2009

L’incognita della "Lega Lombarda".

Innumerevoli sono stati i commenti e le critiche rivolte al "Popolo delle Libertà" in occasione del suo Congresso costitutivo conclusosi ieri a Milano. Oltre la già annunciata annessione di "Alleanza Nazionale" al PDL e la scontata nomina del Presidente nella persona di Silvio Berlusconi; oltre i discorsi dei leader dei partiti, anche sull’assetto e organi direttivi; oltre l’esposizione dei programmi futuri, seguita dall’entusiasmo e dagli applausi di seimila delegati; pochi hanno posto l’accento su un problema, che, anche se prematuro, potrebbe rivelarsi, per il PDL, di una certa rilevanza. Il problema si chiama "Lega Lombarda", che ha preferito restare alleata al PDL anzichè annettersi ad esso, e, secondo i sondaggi, è in crescita rispetto alle ultime elezioni politiche.

Il Presidente Berlusconi, uscito trionfatore da questo congresso, ha plasmato il suo discorso con l’anticomunismo che ha sempre caratterizzato la sua politica. Ha parlato del consolidamento definitivo del bipolarismo, del declino epocale della sinistra e delle riforme costituzionali in programma, comprese quelle relative al rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio. Ma non ha nemmeno accennato ad eventuali, futuri e probabili contrasti con la Lega; anzi ha espresso un caldo ringraziamento all’ "amico Umberto" per il leale appoggio al PDL.

Dallo stesso palco, però, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, pur riconoscendo in Berlusconi l’indiscusso leader e il geniale creatore del PDL, ha voluto lanciare qualche freccia in direzione del Carroccio. Infatti, a parte l’auspicio ad una "stagione costituente", pienamente condivisa da Berlusconi, e la richiesta di revisione della legge sul "testamento biologico", già approvato dal Senato, Fini ha lanciato una sfida perchè si discuta sul passaggio dal bipolarismo al bipartitismo, fortemente contrastato da Umberto Bossi. Col rischio di una divisione fra alleati.



E ancora più esplicito è apparso il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che, riferendosi alla Lega ha detto quanto riportato anche dal Corriere della Sera, e cioè che "è troppo facile andare in giro a prendersi i meriti e vantarsi delle cose fatte, e scaricare sul governo i ritardi! La Lega deve imparare, e deve farlo presto, che non si può essere partito di lotta e partito di governo.." In difesa della Lega il Ministro Roberto Calderoli, alludendo chiaramente alla solidità dell’attuale alleanza, ha replicato: "In una bicicletta ci sono una ruota piccola e una grande, ma entrambe sono necessarie per andare avanti".

Queste scaramucce possono anche passare inosservate ai cittadini preoccupati per l’attuale crisi economica, ma sono un chiaro segnale del disagio e delle difficoltà che il Centro destra talvolta incontra nel dialogare con i rappresentanti della Lega. L’ago sensibile della bussola di Berlusconi avrà certamente rilevato tutto questo. Ma il PDL, riconoscendo nel Carroccio un prezioso alleato, ha messo in conto l’eventuale ennesima rottura da parte di Bossi ?


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