I 150 anni dell’Unità D’Italia: alla loro "patria"
par l’incarcerato
giovedì 24 marzo 2011
Cavour mi è antipatico, Mazzini troppo elitario, Garibaldi rivoluzionario ma amico del re, e quindi non ugualitario.
Carlo Pisacane invece da militarista, filo aristocratico fu il primo a voler l'unità, diventando poi un grande libertario.
La sua impresa fallì, e per scampare dal linciaggio si suicidò perché una parte del popolo non lo capì.
Questa nostra terra unita ha centociquant'anni, ma sembra una donna
troppo sfatta, e in cerca di un espiazione.
Ma come tutte le donne è sempre stata fonte di grande ispirazione.
Piena di curve sinuose che contornano tutto il corpo, con superfici dolci e levigate dove ci si specchia il ridente Sole.
E' sempre stata corteggiata da tutte le grandi potenze, anche quando era il fulcro della potenza stessa.
E' lei che ha messo in luce la poesia, l'arte, l'architettura, addirittura le note musicali e forse la musica stessa.
Quanti in nome della sua bandiera
molti han fatto una "gloriosa" carriera?
Parassiti, sfruttatori, occultatori, doppiogiochisti, qualunquisti, menefreghisti,
fascisti, razzisti, camorristi, 'ndranghetisti,
finti comunisti, capitalisti, liberisti, portatori di pregiudizi.
La parola Patria subito tradita,
alle masse contadine che hanno combattuto
la promessa di una terra, un ideale non mantenuto.
Dopo la liberazione dal nazifascimo,
nacque una bellissima carta
soprattutto per preservarci da qualunque assolutismo.
Nemmeno hanno fatto in tempo a proclamarla al popolo che subito brogli elettorali, assassinii in nome della Patria e repressioni agli operai.
La prima vera strage di Stato fu la Portella della Ginestra numerose donne, vecchi, bambini, giovani pieni di entusiasmo,
con i Potenti che sorridevano dietro la loro finestra,
furono massacrati mentre festeggiavano il Primo Maggio.
Trattamenti disumani all'interno delle Patrie Galere,
incidenti e morti sul lavoro,
inserire notizie mai quasi mai veritiere.
In nome di questa bandiera insanguinata, ipocritamente osannata,
e sempre per vili scopi utilizzata
ci vorrebbe un nuovo Pisacane, ma che arrivi in tempo.
Ma questa volta con la prontezza e la volontà
di non dire solamente: "Attendo!".