Hollande abbraccia il presidente della tortura
par Enrico Campofreda
martedì 19 aprile 2016
Sorride e si compiace, stringe mani e accordi, incamera plausi e applaude il presidente Al Sisi. La Francia di Hollande gli porge quel miliardo e mezzo che Obama aveva congelato; solo qualche settimana fa la dinastia Saud gli aveva allungato l’anticipo dei dodici miliardi di petrodollari promessi, anche se il mercato del greggio vive gli stenti del periodo. Il vicepremier tedesco - e la Germania è la prima della lista negli scambi commerciali col Cairo - lo loda come “leader eccezionale”. Chi sta meglio di lui? Il generale si fa scherno dei procuratori italiani, della Farnesina, di palazzo Chigi. L’Italia pianga Regeni, nessuno l’ascolta neppure in Europa se tale è la solidarietà dei fratelli franco-tedeschi. Così come qualcuno ipotizza, il golpista vestito da statista può meditare vendette indirette. Favorendo, o comunque non ostacolando, l’apertura di rotte della disperazione dal suo Paese verso nord, in una rilanciata tratta mediterranea. I dannati del mare, oltre che dalle disastrate coste libiche, iniziano a partire pure da quelle egiziane. Il caso del naufragio di questi giorni, in cui centinaia di profughi sono colati a picco e superstiti eritrei, somali, sudanesi sono stati salvati da un cargo e condotti nell’isola di Kalamata è sintomatico d’una doppia realtà. Quella tutta interna alle sciagurate politiche europee del fronte del rifiuto, che con l’Austria giunge sino ai nostri confini settentrionali e blocca la rotta balcanica.
Enrico Campofreda, 19 aprile 2016
articolo pubblicato su http://enricocampofreda.blogspot.it