Hipster nella storia

par Luca Marchesini
venerdì 12 dicembre 2014

Hipstory, i grandi leader del '900 in versione hipster. 

Chi sono o, meglio, cosa sono gli hipster? Non si è mai ben capito, anche se in molti hanno provato a spiegarcelo. In linea di massima sono dei giovanotti con tagli vagamente ottocenteschi e baffi curatissimi. Gli uomini possono assomigliare ad ufficiali dell'esercito prussiano, ma con occhiali da sole tondi, piccoli e tartarugati, pantaloni alla caviglia, scarpe basse, giacconi sformati e una macchina fotografica rigorosamente analogica appesa al collo, caso mai dovessero incontrare Cartier-Bresson. Sulle orecchie, cuffioni anni'80 e nella playlist musica indy disimpegnata e deprimente.

Non sono così, dite? Io non ne ho idea, non lo sa nessuno.

Dan Fletcher sul TIME, nel 2009, diceva degli hipster che erano “talmente bravi nello studiare nel dettaglio ogni particolare del loro stile di vita da convincerci che in realtà non gliene freghi niente”. Nel frattempo, pare che la sotto-cultura hipster e la moda ad essa collegata siano entrati nella zona del crepuscolo, sconfitti dalla stessa tendenza all'omologazione dalla quale originariamente tentavano di fuggire.

Il progetto Hipstory tenta allora di accostare il rifiuto delle ideologie, tipico della filosofia hipster, ai volti dei protagonisti del XX secolo, simboli immortali dell'impegno sociale e politico. Il risultato è straniante e divertente.

 

 

 

 


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