Heineken: il commercio della birra potrebbe finanziare i ribelli in Congo
par Emanuele Rossi
sabato 28 settembre 2013
La principale birra commercializatta in Congo si chiama Primus ed è prodotta da Bralima, un'azienda satellite di Heineken. La vendita in alcune parti del paese, sarebbe soggetta ad una sorta di racket, dai ribelli dello spietato M23: pagando i dazi per il passaggio nelle zone da loro controllate, però, Heineken rischierebbe di finanziare - indirettamente - la campagna di sangue di questi gruppi militari.
Essenzialmente di etnia Tutsi, il gruppo è l'erede del CNDP (Congresso nazionale per la difese del popolo di cui Bosco Ntagand è capo) che aveva combattuto contro le forze governative. Si riteneva che la guerra fosse finita nel 2009, con l'accordo da cui prende nome il M23, "Movimento 23 marzo", data in cui si prospettò la rimozione delle truppe dal Kivu e l’evoluzione del CNDP in un regolare partito politico - il nome ha il fine di sottolineare il carattere fallimentare degli accordi. Lo scorso anno però, il gruppo ha reiniziato la propria attività conquistando la città di Goma, tra massacri, stupri e saccheggi: la tregua momentanea è stata siglata a fine agosto 2013, dopo che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva dato mandato per la creazione di una speciale brigata d'intervento da porre al fianco dell'esercito regolare congolese: nello stesso mese i caschi blu dell'Onu sono stati impegnati anche in operazioni di bombardamento nell'area. Quella in Congo è considerata dalle Nazioni Unite la più grande operazione di peacekeeping al mondo.
La diffusione della birra Primus in questi territori è notevolmente complicata, ma tuttavia attiva. Secondo Jason Miklian e Peer Schouten di Foreign Policy, il passaggio dei camion Bralima per i posti di blocco dei ribelli sarebbe vincolato al pagamento di 500 dollari – da un rapporto Onu del 2008 si stima che un singolo posto di blocco possa valere intorno ai settecento mila dollari l'anno. Miklian e Schouten, sulla base dei dati di commercializzazione e di consumo pro capite di birra, hanno stimato che il traffico di camion Primus per i blocchi stradali dei ribelli orientali è di duemila unità annuali. Questo significherebbe che considerato il costo del passaggio, ogni anno verrebbe fornito qualcosa come 1 milione di dollari ai ribelli per garantire la vendita dei prodotti Bralima nelle zone dell'est Congo.
Soldi con i quali Heineken rischierebbe di finanziare - indirettamente - i ribelli in guerra.
Il governo congolese sarebbe stato informato ufficialmente dei fatti - ammesso che non lo fosse già - nel 2005 attraverso i dati emersi dal Rapporto Lutundula - rimasto insabbiato per diversi mesi, dove emergevano questa e altre problematiche e incoerenze di cui si parlò dopo le denunce dell'ex Ministro delle miniere e candidato alla presidenza Diorni Ndongala.
Heineken contattata da Foreign Policy nel periodo dell'inchiesta giornalistica, ha risposto tramite John-Paul Schuirink, financial communications manager, che avrebbe aperto un'indagine in merito e sospeso i pagamenti di fatture verso terze parti locali. In uno scambio di mail con i giornalisti americani, ha fatto notare: "Questa zona rappresenta molto meno dell'1% del nostro volume totale nella RDC e la stragrande maggioranza delle nostre consegne nella zona sono al di fuori dei territori che sono sotto l'influenza di M23".
Ma sempre FP riporta che il responsabile delle comunicazioni di Bralima, Malanda, avrebbe dichiarato a Miklian e Schouten: "Per Heineken, ciò che conta sono i nostri obiettivi di vendita. Se li facciamo, tutto è buono. Se no, guai!". Dichiarazione che è stata disconosciuta e condannata da Schuirink, appena ne è stato messo al corrente.