Hate speech: una conferma!

par Françoise Beck
lunedì 25 marzo 2019

Ho avuto la conferma che ciò che scrivo non è sbagliato. I mestieri di scrittrice e di professoressa di psicologia mi hanno insegnato che, quando chi non è d'accordo, usa solo l'injuria e la rabbia per comunicarlo, significa che lo scritto non è sbagliato.

Infatti la loro reazione vuole dire che questi aggressivi sono stati toccati nel loro punto debole, spesso un estremismo o un altro. E così fu.

Leggendo un articolo mio sulla paranoia di alcuni governanti, qualcuno, con il coraggio di un pseudonimo, ha pensato ferirmi insultandomi. Questo temerario non sa che mi fa non solo piacere vederlo agitato davanti pensieri miei, ma che il mio motto è: essere insultata da uno stupido (bisogna esserlo per sapere solo insultare e non scrivere in modo educato ed intelligente) è un onore. Ovvio che tali persone hanno convinzioni fragili, niente argomenti. Sono obligate, nella loro necessità di farsi sentire, di abbassarsi ancora più in giù nel loro fango.

Invece un altro signore mi ha scritto, condividendo i miei punti di vista, e sottolineando quanto si usa, quando non si sa fare altro, l'insulto sulla competenza intellettuale e di tipo sessuale. Una "putana" l'ho già sentito anche. Abbiamo fatto il giro!

Per me Agora merita lettori con intenzioni migliori, e fortunatamente ne ha, solo dal suo nome, "Agora". Ma bisogna sapere il significato della parola.

La sola cosa che mi dispiace è il vero problema posto alla democrazia: come mantenerla di fronte a questi estremisti purtroppo visibilmente limitati? 

Françoise Beck


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