Hard Boiled Sweets, quasi un noir
par soloparolesparse
mercoledì 5 settembre 2012
Quasi un noir questo Hard Boiled Sweets che David L.G. Hughes confeziona con mestiere e rende godibile ed affascinante.
L’inizio è una figata ed è la cosa migliore del film… al limite guardate solo i primi due minuti e poi chiudete, ma la pellicola ha comunque il merito di raccontare con toni diversi dal solito una storia che è invece abbastanza tradizionale.
Siamo in Inghilterra e sta arrivando al cospetto di Eddy, il boss della zona, Jimmy il gentleman.
La leggenda vuole che porti sempre con sé una valigetta colma di soldi e così tutti quelli che ruotano intorno ad Eddy hanno un piano (ognuno per conto suo) per recuperare la valigetta.
Due righe per una trama che si sviluppa così come ci si aspetterebbe senza grosse sorprese (o meglio con le sorprese che ci si aspetta). Ma è la costruzione della vicenda ed il clima creato a dare spessore al film.
Tutto parte dalla presentazione dei personaggi, introdotti con cartelli scritti ed accostati ognuno ad un tipo di caramella (le hard boiled sweets del titolo, le caramelle dure che sono le migliori). E i personaggi, ognuno col suo dettaglio zuccheroso, coprono l’intera gamma della malavita classica di quartiere.
Abbiamo il pappone, il boss della città, la prostituta, l’ammaliante donna del capo, il detenuto appena uscito di galera e via così con l’intero zoo.
Le storie partono singolarmente per poi convergere sulla valigetta ed incontrarsi nell’ovvio ma movimentato finale.
Il film è quindi buono, Laura Greenwood e Ty Glaser sono due fighe esagerate, quello che manca è uno sviluppo un po’ più articolato.
Si arriva al finale un po’ troppo in fretta ed in maniera un po’ troppo ovvia.
Sebbene poi il finale sia comunque degno e sufficientemente sanguinoso.