H1N1: vaccinazioni, medici e spese future

par pint74
martedì 20 ottobre 2009

Dichiarazioni contrastanti e di difficile interpretazione, inerenti alla vaccinazione ed al diffondersi del virus H1N1, arrivano dal viceministro della sanità, Ferruccio Fazio, durante il convegno della Società italiana di ematologia, svoltosi lunedì a Milano.

Il viceministro fa notare che "i medici si vaccinano contro l’influenza A al 40%, più di quanto non facciano ogni anno con l’influenza stagionale (20%). Innanzitutto il 40% è già molto più del 20% che abbiamo ogni anno per la stagionale".

I dati che il viceministro comunica sono "leggermente" errati se confrontati con una recente analisi della Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), la quale, in un sondaggio, fa notare che "solo il 32,90 per cento dei camici bianchi si sottoporrà a entrambe le vaccinazioni. Mentre ben il 35,27 per cento non assumerà nessuno dei due vaccini. Il 26,04 si sottoporrà solo a quello per la stagionale, e il 5,79 a quello contro il virus A" (su un totale di 2158 medici interpellati).

Il fatto che 2 medici su 3 rifiutino questa vaccinazione non è un segnale incoraggiante per la popolazione. Il viceministro ha commentato così questo fenomeno di "diserzione" del personale medico: "Sono anche io un medico e non intendo insistere sui sanitari perché hanno la mia completa stima. Però possiamo dire come stanno le cose, e cioè quali sono i motivi per cui è utile vaccinarsi, perché forse anche da parte nostra non è stato sufficientemente comunicato".

Forse è stato sufficientemente comunicato ma i dottori sono giunti alla conclusione che il vaccino potrebbe non essere così sicuro,oppure che non è poi così fondamentale per riuscire a "sopravvivere" alla suina? Il viceministro farebbe bene a chiederlo a loro.

Per chiarirsi ulterioremente le idee su questa pandemia si può scaricare il documento informativo dal sito Fimmg nella quale non vi è nessun accenno al vaccino ma in compenso ai punti 7 e 8 si dice:

7. Non è necessario praticare alcun test diagnostico per riconoscere il virus della nuova influenza, poiché non ha alcuna utilità ai fini della cura e della guarigione della malattia.



8. La nuova influenza è assolutamente identica come sintomi e decorso all’influenza stagionale, pertanto il riposo a casa ed un sufficiente periodo di convalescenza (almeno 7 giorni dopo la scomparsa della febbre), eviterà le ricadute ed ulteriore diffusione della malattia.

Forse 48 milioni di vaccini sono un "tantino" troppi per questa influenza, visto il pericolo che rappresenta? A questo il viceministro non ha ancora risposto, in compenso ci ha rassicurato con queste parole: "E’ probabile che il virus continui a circolare nel mondo per i prossimi 2-3 anni, e questo è uno dei motivi per cui si dovrebbero vaccinare anche i cittadini del terzo mondo".

"Che il virus H1N1 circoli in Italia, secondo le nostre statistiche, potrebbe invece non avvenire. Già in Australia il virus è quasi sparito, anche se potrebbe comunque ripresentarsi (...). A ottobre 2010 - ha proseguito il viceministro - è verosimile che il vaccino per il virus H1N1 faccia parte del vaccino per l’influenza stagionale".

Queste sono le dichiarazioni di "difficile interpretazione" ed anche contrastanti...
In pratica dovremmo sborsare altri 800 milioni di euro per i vaccini del 2010 e magari altre centinaia di milioni per salvare il terzo mondo dal "flagello" suino?

Anzi, visto che è "probabile" che circolerà per 2 o 3 anni e che magari muti come nell’influenza stagionale dobbiamo aspettarci ulteriori spese per affrontare un virus praticamente innocuo ma molto costoso per lo Stato e quindi anche per noi.

Sperando che alla prossima intervista ci siano idee più chiare da parte delle autorità preposte alla nostra salute, vi rimando ai prossimi aggiornamenti.


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