Grillusconi

par Camillo Pignata
mercoledì 13 marzo 2013

È di alcuni giorni fa, l’annuncio categorico di Grillo: “Se gli eletti del M5S, votano la fiducia a Bersani, io mi ritiro dalla vita politica”. Ma nel movimento, non tutti concordano con la posizione di Grillo. E allora, per salvare capre e cavoli, nasce, da taluni grillini, la proposta di un referendum sull’accordo con il PD.

Niente referendum risponde il comico genovese. È questa una imposizione o la promozione di un dibattito?

Certamente a Grillo interessa la partecipazione della gente alla scelte politiche, più che la partecipazione della gente alle sue scelte politiche. E allora non si capisce la contrarietà al referendum. C’è un leader che esprime legittimante una posizione politica, e una base che la valuta, la critica e la integra. Se si preclude alla base di parlare, resta solo il leader.

Grillo non può impedire ai suoi di esprimersi, per un fatto di democrazia, e per coerenza alle ragioni politiche che giustificano il M5S: lo sviluppo degli istituti della democrazia partecipativa.

Lo svolgimento del referendum e del dibattito ad esso connesso, significa anche questo, significa rispondere al quesito referendario, pronunciarsi pro o contro l’accordo con il PD, ma, eventualmente, anche l'individuazione di una rosa di candidati per la presidenza del Consiglio, da sottoporre al Presidente della Repubblica.

E tutto ciò si traduce, nella contaminazione degli istituti di democrazia diretta, con gli istituti di democrazia partecipativa. Ma la cosa più grave in tutta questa vicenda, è l’assenza di una protesta, di una ribellione a questo diktat, a questa imposizione. Non è possibile che un gruppo di persone, che meritoriamente si sono avvicinate alla politica per fare politica, non trovino la forza di opporsi a chi non vuole che discutino e facciano scelte politiche.

Quando i diritti fondamentali vengono strappati ad un popolo, esso si ribella, un esercito di soldatini subisce. E Grillo vuole un popolo che discuta, ragioni, critichi e, nel caso, protesti; non un esercito di soldatini.

E certamente è cosi, perché Grillo è Grillo e non un Grillusconi qualsiasi, che pensa di governare il movimento da solo, senza il contributo degli iscritti e degli attivisti, che dice cose non per suscitare un dibattito, un ragionamento, una riflessione, ma per dare un ordine o per modellare i comportamenti e la volontà di chi lo ascolta.


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