Grillo salga a bordo, cazzo!

par Fabio Della Pergola
lunedì 4 marzo 2013

Perché c’è da fare quello che gli indignati di ogni colore (o pensate che solo Grillo avesse l’esclusiva dell’indignazione?) si aspettano alla fine dell’ignobile “ventennio” berlusconiano e del rigorismo tecnocratico di Monti.

Primo: cambiare una legge elettorale scandalosa, pensata e votata dal solo schieramento di centrodestra con l’apposito intento di rendere impossibile qualsiasi governo che non fosse il proprio. La paralisi di oggi è in gran parte figlia di quella scelta scellerata che ha dimostrato il senso dello Stato di quella gente.

Là dove è passato il Gran Put.....re non è rimasto un filo d’erba del rispetto dovuto a tutti i cittadini di questo paese, non solo ai suoi elettori.

Adesso sembra che per fare lo sgambetto al già di per sé tremolante governo Prodi non abbia esitato a pagare tre milioni di euro a quel repellente individuo chiamato De Gregorio. Se dovesse essere confermato dalle indagini sarebbe chiaramente configurabile come una forma di colpo di stato, non saprei come altro definirlo (e come Di Pietro abbia potuto candidare uno come De Gregorio resta un mistero che fa pensare parecchio male).

Secondo: mandare a casa definitivamente quell’assembramento di squilibrati che hanno davvero (roba da non credere) messo ai voti nel Parlamento della Repubblica la decisione che una "signorina" marocchina fosse la nipote di un capo di stato egiziano.

Gente capace di insultare in questo modo l’intelligenza di un paese e delle sue istituzioni non deve avere più la possibilità di fare i danni che ha fatto. All’intelligenza, alla cultura, all’immagine della donna, all’immagine di un popolo.

I danni economici che il ventennio berlusconiano ci ha regalato sono sotto gli occhi di tutti: discredito internazionale, debito pubblico fuori controllo (con Prodi aveva iniziato a scendere), corruzione devastante. Ma i danni culturali sono forse anche peggiori, più gravi. Perché lo sfregio che il berlusconismo ha apportato al senso di sé della nazione come comunità di uomini e donne, non ha paragoni. Basta pensare al “quante volte viene?” rivolta in pubblico ad una giovane donna, mentre un branco di idioti sghignazzava lì intorno.

Allora se Grillo non capisce la differenza tra questo mondo e il vasto mondo (e non uso questo termine a caso) della sinistra vuol dire che o è tardo di mente o ipocritamente fa finta di non capire.

Il mondo della sinistra, sbeffeggiato, svillaneggiato, umiliato dallo “psiconano” ne ha le palle piene di essere preso a schiaffi. Adesso, caro Grillo, le hai cantate a tutti. Ti sei sfogato per le offese ricevute. Hai fatto presumibilmente cadere delle teste fra quei caporioni di insopportabile saccenza che abitano da una vita nei piani alti e medio-alti della casta di sinistra. Chi, come me, non ha mai nascosto le sue simpatie per quei quattro sfigati di Radicali che denunciano la casta partitocratica da ben più tempo e che dal Partito Democratico sono stati presi a calci nel sedere e a sputi in faccia, sa di cosa parla. Sa cos’è l’arroganza della partitocrazia e la violenza di certi ambienti con i loro inciuci e intrallazzi. Non ci scordiamo, adesso che le urne sono chiuse, del Montepaschi o della Regione Lazio.

Ma confondere il mondo della sinistra con il becerume della destra berlusconiana o leghista è, semplicemente, una mistificazione; cioè un imbroglio. Tutti uguali un cavolo ! C'è un popolo di sinistra che non ha niente a che vedere con il popolo di destra. E' chiaro questo concetto ?

È ovvio che Grillo abbia le sue remore a dirlo. L’analisi dei flussi elettorali pubblicata su Il Fatto racconta che se il 30% dei voti al M5s viene dal centrosinistra, ben il 40% viene dalla parte opposta. Cioè che la sua massa elettorale è ampiamente di destra, cosa che si sospettava fin dai tempi delle comunali di Parma. Per quanto innestata anch'essa su tematiche ampiamente di sinistra.

Ma al di là di questo, ci sono delle urgenze per le quali anche uno come Grillo deve tapparsi il naso e salire a bordo. Così come abbiamo fatto anche noi, in tanti. Perché la nave sta affondando e le lancette dell'orologio continuano inesorabili ad andare avanti.


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