Grillo, la mammografia e gli italiani. Il primo passo falso della cattiva scienza

par Iaia Leone
lunedì 11 maggio 2015

Durante la marcia per il reddito di cittadinanza ad Assisi, Grillo ha fatto pesanti insinuazioni sulle capagne di prevenzione per il tumore al seno, che nasconderebbero un giro di interessi tra la fondazione Veronesi e la General Eletrics, fornitore dei mammografi. La lista delle accuse che il leader pentastellato ha mosso contro il mondo della scienza è lunghissima: dai vaccini causa di autismo all'invenzione dell'HIV, dal pericolo delle scie chimiche all'inutilità della sperimentazione animale. Con la differenza che su cancro al seno e prevenzione, fortunatamente, la maggior parte dei cittadini italiani è ben informata: così, le affermazioni di questo vate del complottismo per la prima volta non hanno trovato terreno fertile. 

Quando, a fine Settecento, l'Académie des Sciences di Parigi dichiarò il magnetismo animale inefficace e infondato, furono in tanti a difendere il suo promotore, il medico tedesco Mesmer. Gli scienziati suoi detrattori furono accusati di difendere una scienza miope, ingessata in una sterile ortodossia, in precetti rigidi e desueti volti unicamente a difendere un'élite e i suoi interessi. Nei salotti della capitale francese, d'altronde, le cure di Mesmer erano ormai alla moda: i suoi pazienti, grazie all'imposizione di una bacchetta metallica dalle proprietà taumaturgiche, guarivano dai più svariati disturbi.

Così oggi non stupisce se, ogniqualvolta viene messo al bando lo stregone di turno, si leva uno scudo di voci contrarie. Lo psicologo Vannoni sosteneva di poter curare gravissime malattie neurodegenerative tramite infiltrazioni di cellule staminali: il dibattito sull'efficacia della sua terapia ha visto un altissimo numero di persone (anche Gina Lollobrigida scese in campo) schierarsi contro la medicina ufficiale, che avrebbe ostacolato il sedicente benefattore a causa di interessi economici e altre bieche, inconsistenti motivazioni.

La stessa cosa sta succedendo ora con la dottoressa Mereu: e poco importa che la dolce signora urli ai malati di Parkinson o agli epilettici che sono degli scansafatiche e dei paraculo, che interroghi un pendolo per avere indicazioni sui fiori di Bach da prescrivere, che suggerisca di sospendere chemio e radioterapia, che curi i disturbi a utero e ovaie tramite l'inserimento di una medaglietta con Madonna (la Madonna, non la cantante) in vagina. La sua terapia verbale riempie le sale congressi; le sue visite, effettuate senza rilascio di alcuna ricevuta, registrano prenotazioni continue e chi si rivolge a lei attacca i medici ortodossi, che sarebbero solo dei venduti alle case farmaceutiche, tutti quanti, senza distinzione. 

E alla fine arriva Grillo: durante la Marcia per il reddito di cittadinanza, il leader dei 5 Stelle ha attaccato la Fondazione Veronesi, sostenendo che, dietro le continue campagne a favore della mammografia, ci sia soltanto un giro di interessi. La General Eletrics, che fornisce i macchinari alla Fondazione, darebbe sovvenzioni al prof. Veronesi, affinché incrementi il numero di esami e dunque di mammografi necessari. Il pentastellato ha proseguito affermando che questa spinta verso la prevenzione è ingiustificata, poiché le statistiche mostrerebbero un calo irrisorio di mortalità. 

Dopo l'allarme sulle scie chimiche, gli incoraggiamenti a non vaccinare i bambini, i post sulla cura Di Bella, gli interventi volti a svelare che l'HIV non esiste non poteva mancare l'incursione nel campo del cancro al seno, in occasione -pensate che ironia- della Festa della Mamma.

L'argomento cambia, ma lo schema è sempre lo stesso: i medici e i ricercatori sono pagati dalle case farmaceutiche, divulgano dunque informazioni false per incrementare i propri guadagni e i pazienti sono vittime inconsapevoli di persone ignobili che lucrano sulla loro pelle. L'argomento cambia e lo schema rimane vincente: funziona ogni volta, sia che lo proponga Grillo dal suo educato megafono, sia che lo utilizzi chiunque altro.

Ha funzionato con i servizi de Le Iene sul cancro: la chemioterapia fa gli interessi delle case farmaceutiche, curatevi con l'aloe e un'alimentazione vegana, sottraetevi a dottori e ospedali e non ascoltate chi vi dice che quel mix di farmaci, tossico e pericoloso, può salvarvi la vita. Funziona con l'omeopatia: è molto meglio curarsi con i preparati della Boiron e simili, piuttosto che con l'aspirina, gli antibiotici o gli antiepiretici allopatici (termine del tutto improprio per indicare i farmaci tradizionali), che finanziano l'industria farmaceutica e hanno bugiardini pieni di effetti collaterali. Lo schema funziona perché è semplice, immediatamente comprensibile, riutilizzabile e dunque green, poco dispendioso, adattabile a qualsiasi situazione e a qualsiasi nuovo caso ad libitum e soprattutto serba in sé un piccolo germe di complottismo, che amplifica il successo di ogni campagna contro qualcuno

Funziona sempre, ma non questa volta. Non sulla mammografia, non sulla prevenzione per il cancro al seno. Al contrario, abbiamo assistito a una vera e propria sollevazione della rete contro le dichiarazioni di Grillo. Su Twitter in centinaia hanno sintetizzato, nei classici 140 caratteri, quanto sia importante sottoporsi a esami di controllo per ridurre i rischi connessi al tumore al seno. C'è chi ha scritto di dovere la propria vita o quella della madre proprio a una mammografia; chi ha postato le immagini dei grafici, che mostrano la diminuizione della mortalità per questo tipo di carcinoma; chi ha invitato Grillo a fare una mammografia vista la mole del petto strabordante. 

E dunque se non c'è nulla di nuovo nelle dichiarazioni pseudoscientifiche di questo personaggio politico (che si perdono nel mare delle tante bufale facilmente rintracciabili sul suo blog), c'è molto di nuovo nella generalizzata ondata di protesta che si è alzata non, come al solito, contro i medici, ma, a sopresa, contro lo stesso Grillo. Questa inaspettata reazione deve indubbiamente tantissimo alle continue e costanti campagne di informazione per la prevenzione dei tumori, nonché alle evidenze a favore dei programmi di screening. Come cittadini italiani, sappiamo -perché lo leggiamo sui giornali, lo dicono in televisione, lo troviamo scritto sul sito dell'AIRC- quanto è importante fare quegli esami di controllo, che la nostra età richiede, sappiamo che è essenziale mantenere uno stile di vita il più possibile sano, -non fumare, evitare gli alcolici, fare sport, mangiare frutta e verdura in abbondanza- e sappiamo che per tutalarci dal cancro dobbiamo innanzitutto giocare di prevenzione. Grillo e le sue oscenità complottiste, per la prima volta, non hanno trovato il terreno fertile (in ogni caso, non tutto quello che ci si sarebbe aspettati). 

Ora, sarebbe bello che, come troviamo facile inorridire davanti alle affermazioni sulla mammografia, trovassimo facile inorridire davanti a Vannoni e alla Mereu, al succo d'aloe e ai vaccini che provocano l'autismo. La vicenda di questi giorni dimostra che è solo una questione di buona informazione, di cultura scientifica e di livelli di alfabetizzazione. E ricordiamoci che, per quanto la medicina possa sbagliare e per quanto le case farmaceutiche abbiano interessi economici, l'ignoranza e la stupidità di certe campagne pseudo-scientifiche sono sempre e comunque molto, ma molto più pericolose. 

Per chi sostiene che Grillo non abbia detto quello che ha detto, rimandiamo a questi link (datati, ma molto eloquenti): 

Beppe Grillo sull'AIDS.

Beppe Grillo sulla medicina


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