Grillo, il grillino e la malagiustizia

par David Asìni
mercoledì 17 ottobre 2012

Tra rinnovamento, legalità e giustizialismo: quale la strada da intraprendere?

Mentre il M5S esplode nei sondaggi, anche grazie al parziale risveglio dell'elettorato italiano, è opportuno interrogarsi su una zona d'ombra del programma del movimento; riguarda la giustizia. Non è questione da poco, specie in un paese come il nostro, e la sua omissione non può affatto essere casuale. I motivi possiamo solo immaginarli, essendo a noi comuni mortali preclusi i ragionamenti snocciolati in quel di Casaleggio; tireremo a indovinare.

Buona parte della popolazione, compreso l'elettorato grillino, è animata da un sentimento di rivalsa nei confronti della classe dirigente tutta; questo è difficile da gestire, sia per la crisi economica, e anche, bisognerà ammetterlo, per la pervicace naturalezza con cui sperperi e arbitri di varie genere continuano in ogni dove la politica imperi. Mario Chiesa e Cirino Pomicino, solo per citare due casi eclatanti, sono ancora dentro le istituzioni a maneggiare denaro pubblico. La possibilità di violenze e barbarie è concreta, e aumenta con il procrastinarsi dei due fattori citati: come prevenirla?

Grillo adotta una posizione ”mediana” che qualcuno potrebbe considerare saggia: ripete all'infinito che queste persone se ne devono andare, ma a casa, e non in galera, come forse la condotta consiglierebbe. Questo per non fomentare pulsioni realmente (per una volta) giustizialiste, e cercare di gestire i passaggi istituzionali ed economici da venire nella maniera più indolore possibile. Resta il fatto che la mancanza assoluta di una qualsiasi posizione sulla giustizia è, insieme alla reale democraticità del movimento, uno dei punti più deboli della costruzione di una reale alternativa.

Il giusto compromesso potrebbe essere un'esperienza nuova per l'Italia: un'indulgenza sostanziale accompagnata però da un cambio sostanziale delle regole. I mille artifizi con cui si sono resi di fatto impuniti i reati dei ”colletti bianchi”, possono essere superati con l'allineamento agli altri paesi di una norma essenziale; quella sulla prescrizione. In tutti i paesi occidentali, questa decade con l'inizio del processo, prevenendo cosi le infinite tecniche dilatorie degli imputati. Significa certezza della pena, e una serie di effetti domino sull'intero apparato, come la drastica riduzione del numero dei ricorsi e dei processi. Di contro, la nuova norma potrebbe essere applicata solo per i procedimenti in divenire, lasciando le regole attuali per le pendenze pregresse. Le invettive per l'impunità concessa ai reati già scoperti sarebbero mitigate dalle nuove regole applicabili ai futuri Fiorito e Lusi di turno.

Il paese ha estremo bisogno e del ripristino della legalità, e di un processo di conciliazione nazionale; senza questi due elementi, non si va da nessuna parte. Grillo cosi lungimirante in tante occasioni, saprà capirlo e proporlo al paese?


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