Grillo e l’uso politico di Auschwitz

par Fabio Della Pergola
martedì 15 aprile 2014

Io non voglio “depistare” l'attenzione di nessuno dal contenuto del post di Grillo.

Che lo legga chi vuole, ci saranno senz’ombra di dubbio critiche serrate e condivisibili di come la peggior classe politica italiana del dopoguerra ha ridotto questo paese.

Ma voglio anche concentrare l'attenzione, mia e di chi vuole, sull’immagine. Ed è legittimo farlo tenendo conto che un’immagine forte ha un altissimo valore comunicativo, superiore a quello di un testo e paragonabile (quasi) solo a quello di un titolo "sparato" su sei colonne.

Non a caso Grillo usa spesso immagini forti per richiamare l’attenzione dei fedelissimi, ma anche dei detrattori, sui suoi post in modo che siano poi amplificati dall’eco mediatica che deriva dalle critiche così come dai consensi. Poi si lamenta delle critiche, ma sono lamentazioni ridicole; sa benissimo quello che fa quando usa il cancello di Auschwitz per le sue denunce politiche.

E’ una prassi comune, diffusa nell’ambito della comunicazione politica tanto quanto in quella pubblicitaria, che affonda le sue radici nell’antichità dei primi ‘fogli’ stampati e distribuiti al pubblico: che se ne parli bene o che se ne parli male non importa. Importa che se ne parli.

E di Grillo si parla con cadenza quotidiana. Questo è il suo obiettivo e per raggiungerlo va bene anche una vignetta taroccata come quella di ieri, dove il cancello d’ingresso di Auschwitz è stato modificato tramite photoshop in modo da creare una previdibilissima polemica. Ma, come sa chiunque, “Parigi val bene una messa”.

Grillo, che è comunicatore d’eccellenza, lo sa bene, agisce di conseguenza e chissenefrega se la comunità ebraica, che settant’anni fa varcava quel cancello per finirci sterminata dal gas e poi ridotta in fumo nei forni crematori, si è un po' irritata. Grillo non guarda in faccia a nessuno pur di non finire in seconda pagina nei giornali del giorno dopo.

E quindi accontentiamolo; anche per dirne male, non è quello che vuole? Non è quello che cerca? E allora non si critichino poi i giornalisti che fanno propria l’espressione degli esponenti della comunità ebraica che hanno definito l’intemerata di Grillo una “oscenità” e una provocazione "infame" e "criminale”.

“Beppe Grillo solletica i più bassi sentimenti antisemiti”, continua il comunicato del Presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, sentimenti che non hanno tardato a farsi vivi nei commenti al suo post di ieri.

“Per quanto riguarda la comunità ebraica, con tutto il rispetto, che da Caifa in poi la loro specialità è "lo straciarsi le vesti" dimenticando che nei campi di concentramento purtroppo non c’erano soltanto loro” scrive uno che tira fuori Caifa e lo “straciarsi le vesti” tipico, secondo lui, degli ebrei. “Sono rimasti farisei, ipocriti e farisei...come se 2000 anni fossero passati invano !” si scandalizza un altro con manifesta infarinatura evangelica.

E, naturalmente, c’è chi non esita a paragoni arditi con la solita solfa della lobby giudaico-massonica di antica memoria, attualizzata al conflitto israelo-palestinese “La massoneria monetaria si scandalizza per la verità sacrosanta che hai denunciato mentre fa finta di non accorgersi della trave palestinese che ha nei suoi occhi...!!! Ipocriti. Da perseguitati si sono trasformati in avidi e feroci persecutori della povera gente”.

Mezzo critico uno “Grillo poteva evitare, è vero, più che vero; ma ... i tanti farisei che si sono indignati avrebbero dovuto tacere, specialmente se di origine ebraica”; anche qui gli “ebrei” o anche chi è solo di "origine" ebraica, (non gli israeliani, sia chiaro) dovrebbero stare zitti per via della vicenda palestinese.

A nulla vale ricordare che chi è morto nei campi di sterminio ha ben poche responsabilità nella tragedia dei palestinesi (i cui dirigenti politici dell’epoca, sia detto per inciso, avevano invece ottimi rapporti con Hitler); argomento troppo complicato per le menti semplici.

Lapidario un romano “per attaccare il M5S di solito s'attaccano al fumo della pipa. Stavolta hanno scelto quello dei comignoli”. Lapidario e agghiacciante.

Più articolato un altro "perchè l'indignazione di alcune associazioni ebraiche?" - si chiede cascando dalle nuvole - "quello che successo in Germania è dell'umanità non di un solo popolo: ebrei, ron (sic), omosessuali, malformati, minor, ecc... ecc... Non solo ebrei. ricordiamocelo. Quello che è successo non appartiene ad una sola menoria storica ma a tutta l'umanità". Gli sfugge che con questo dire, l'intera umanità dovrebbe indignarsi verso l'uso politico del cancello di Auschwitz, non che gli ebrei in quanto parte (cinque o sei milioni di morti e scusate se è poco) di un più ampio sterminio non dovrebbero essere quelli che si indignano. Come sembra sostenere lui.

Non manca il solito che qui si lamenta "in Italia (e non solo: nel mondo!) vi è una potentissima Lobby che vieta l’uso metaforico del linguaggio...di tutto si può parlare e sparlare, ma di Quello no... e se se ne parla lo si deve fare "in ginocchio”...". Parla dello sterminio degli ebrei, l'avrete capito, cosa su cui lui si irrita parecchio.

Poi, fra chi parla di “plagio creativo” e chi vuole denunciare chiunque si sia permesso di avere a che ridire, si trovano anche rare voci critiche: “mentre gli attivisti si fanno il culo per le strade a convincere la gente, dal blog escono questi articoli che sono indifendibili, ogni volta che escono ‘ste cagate si perde il 2%” si lamenta uno con l’occhio acuto sui risultati delle “cagate” di Grillo; così come una certa Patrizia “Siamo sicuri che Grillo non sia passato al " nemico" ? Perché fa di tutto per perdere i voti!”.

Che poi “parafrasare Primo Levi” riferendosi al titolo del post sia “un mezzo per veicolare il suo messaggio”, come dice il senatore del M5S Giarrusso, è la classica foglia di fico per nascondere le pudenda. Ma è un ragionamento che fa acqua da tutte le parti; cioè la classica balla da politicante.

Il problema non è la parafrasi di Levi, il problema è che si usa l’immagine simbolo di una tragedia epocale per il proprio tornaconto elettorale. Né più né meno di come farebbe una qualsiasi ditta di prodotti chimici se usasse il Zyklon B per pubblicizzare i propri prodotti contro gli scarafaggi. Non sarebbe una bomba mediatica? Con un investimento pubblicitario di qualche centinaia di euro avrebbe una risonanza globale superiore a chi investe milioni di dollari in passaggi tv in occasione del Super Bowl.

Questo è Grillo; uno che non esita a sfruttare le tragedie altrui per un proprio interesse politico. E che poi non esita un attimo a travestirsi da vittima della violenza altrui: ”vogliono depistare dal contenuto...”. Poverino.

Lagnoso e ridicolo, più ancora che osceno.


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