Grillo: come ti riciclo il voto di destra

par Fabio Della Pergola
lunedì 22 ottobre 2012

Facciamoci due conti sull’ultimo sondaggio che vede “volare” Grillo al 21% come urla il Fatto - e molti altri quotidiani - in queste ore. 

Secondo l’istituto di sondaggi SWG, autore della ricerca, il M5S sarebbe al 21, il PD al 25,9, il PDL al 14,5 e l’IDV di Di Pietro al 4,5. Sono dati relativi ad una indagine realizzata nell’ultima settimana, per la trasmissione Agorà di RAI 3.

Come tutti i sondaggi elettorali lo si potrà scaricare dal sito ufficiale Sondaggi Politico Elettorali gestito dalla Presidenza del Consiglio. Nel frattempo si possono verificare i dati del sondaggio precedente, pubblicato il 12 di ottobre: PD 25,2; PDL 15,1; M5S 19,4 e IDV 5,8.

Per curiosità si potrebbe valutare anche un altro sondaggio, datato 22 giugno 2012, effettuato sempre dalla SWG per conto della stessa trasmissione televisiva. In questo caso i risultati sono stati: PD 24,3; PDL 16,7; M5S 20 e IDV 5,8.

Poi ci sono anche gli altri partiti, ma fermiamoci dove si notano le variazioni più interessanti. Facciamo un confronto. PD: giugno: 24,3 - ottobre: 25,9, PDL: giugno: 16,7 - ottobre: 14,5, M5S: giugno: 20,0 - ottobre: 21, IDV: giugno: 5,8 - ottobre: 4,5

Dal confronto fra i sondaggi si vede bene che il PD da giugno a ottobre cresce di un punto e mezzo, che il PDL perde due punti abbondanti, che l’IDV perde solo nell’ultima settimana un punto e tre, mentre il M5S recupera il mezzo punto perso tra giugno e ottobre e supera quel dato di un altro punto percentuale. 

E’ evidente che Fiorito e la crisi della Regione Lazio, oltre agli scandali pressoché quotidiani che coinvolgono politici di centro-destra, contribuiscono ad affossare il PDL gettandolo in una spirale "recessiva" da cui non si vede (e si spera) al momento come potrebbe uscire. Ed è evidente che l’IDV paga duramente lo scotto del suo parlamentare regionale del Lazio, Vincenzo Maruccio, chiamato a rispondere di un tot di quattrini di finanziamento pubblico, volati verso lidi misteriosi.

Malversatori a parte, ormai i due contendenti maggiori sono il PD in costante crescita e il M5S un po’ ondivago, ma, passata la bufera Favia, di nuovo in spolvero.

Il fatto evidente è che la sinistra nel suo complesso (PD al 25,9 + SEL al 6 + Rifondazione-Comunisti Italiani al 2,5 oltre a Verdi e Socialisti che dovrebbero girare attorno all’uno per cento a testa) è accreditata di un totale del 36 e mezzo circa, che si colloca decisamente nella sua tradizione più recente, perché alle politiche del 2008 il PD aveva il 33,18 e Bertinotti rastrellò il residuale 3,08 di ultrasinistri, pari a un totale vicino al 36,3. Siamo sempre là. E se la sinistra sembra non riuscire a convincere nemmeno un elettore in più, c'è da chiedersi da dove venga allora quel mirabolante 21 per cento che i sondaggi attribuiscono a Grillo.

Ammesso anche che Di Pietro abbia perso qualche decimo di punto rispetto alle politiche del 2008 (4,37) è evidente che l’attuale successo di Grillo non viene dalla “sinistra” che da quattro anni, nonostante tutto, mantiene le sue posizioni.

Anche senza entrare nella logica del personaggio su cui ho già avanzato le mie perplessità, c'è una sola risposta che si può dare, se la matematica non è un'opinione e se il voto dovesse confermare i sondaggi: fatta salva una percentuale piuttosto risicata che proviene da una sinistra non omologabile, comprese certe tendenze "travagliate" de il Fatto Quotidiano, è che la “gente” chiamata a governare direttamente via web, con la proposta di democrazia diretta, secondo il mantra dei grillini, è gente di destra, che viene da destra, che aveva votato Berlusconi o Bossi. E che oggi, per uno di quei misteri mirabolanti della politica italiana - dopo aver prodotto tutti i governi di otto sugli ultimi dieci anni - si ricicla come l'assolutamente ‘nuovo’ del panorama politico italiano.

E dopo aver causato la catastrofe etica, sociale e culturale, prima ancora che economica, di questo paese, questa stessa massa di elettori dall'urlo belluino, dall'improperio facile e dalla grinta da Grande Risolutore, pretende che ce la beviamo. E si indigna se non ce la beviamo. E ti offende di brutto se gli dici che non sei disposto a bertela.

Dopo aver dato un contributo essenziale al disastro nazionale mandando al governo una classe politica da urlo (questa volta di disperazione), adesso ci vuole far credere che è inutile fare la differenza tra destra e sinistra, che non ha senso parlare di categorie obsolete, che sono tutti uguali, tutti ladri e così via cantando. Tutti fanno parte di quella "casta" da cui la gente impegnata nella democrazia senza intermediari può fare a meno. Che cosa poi abbia voluto dire Favia con quel suo "prendono per il culo tutti" rivolto a Casaleggio & Co. lo lasciamo alle personali interpretazioni di ognuno.

Ma, se è innegabile che la magistratura in questo paese abbia il suo bel daffare che non conosce crisi, essere presi per i fondelli con questa buffonata del Grande Nuotatore portato sugli altari dagli stessi elettori del Grande Puttaniere o da quei miserabili taccheggiatori della Lega ladrona, sarebbe veramente troppo. No, grazie.

 


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