Grillo ai carabinieri: "I marocchini rompicoglioni picchiateli in caserma"

par Francesco Arnaldi
lunedì 3 settembre 2012

Ancora una volta l'oratore/politico/comico Grillo torna a far parlare di sè con un filmato che, seppur vecchio, tratta di temi attuali. 

"Se tu carabiniere vuoi dare una 'passatina' a un marocchino che rompe i coglioni, non farlo in mezzo alla strada dove ti riprendono con un telefonino, ma lo prendi, lo carichi in macchina e, senza che ti veda nessuno, lo porti un po’ in caserma e gli dai magari due schiaffetti".

Il filmato risale al 2006, e lo ha ripescato Daniele Sensi, aveva già fatto discutere e continuerà a farlo, come molti dei temi trattati da Grillo e dal suo movimento. Vogliamo sperare che stesse parlando nelle vesti di comico, come fa capire anche nella parte mancante del video, che la sua fosse una burla, per ridicolizzare il comportamento violento di chi, ritrovandosi in una posizione di potere, si approfitta dei più deboli. 

Grillo, però, dovrebbe preoccuparsi della violenza, piuttosto che consigliare come applicarla, perchè anche se per gioco i toni sono troppo accesi, invece di parlare di come evitare le conseguenze della reazione dei musulmani, alle foto che testimoniano quanto ancora abbiamo da imparare sul rispetto, quanto ancora siamo razzisti, quanto dimentichiamo sempre il nostro passato da emigranti marginalizzati, dovrebbe essere più delicato.

La paura dovrebbe essere sempre un campanello di allarme a cui si fa seguire la ragione. I campanelli di allarme, però, iniziano a diventare troppo frequenti, troppe volte si dimentica la storia. Crisi, fame, scarsità di lavoro, uniti a demagogia, istigazione alla violenza (perché, dietro ogni scherzo, c'è un fondo di verità, per quanto piccolo), e rabbia, tutti questi elementi possono ricordare e far pensare a tanti momenti nel corso dell'evoluzione sociale umana, in cui la risposta è stata drastica e cieca.

Sperando che non sia così, almeno ci auguriamo che anche chi, per professione ha scelto il mestiere del comico, si ricordi di avere, sempre per sua volontà, un ruolo anche istituzionale, oramai, allentando il linguaggio e ammorbidendo i toni, soprattutto contro dei soggetti che non possiedono né la forza, né i mezzi per difendersi.


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