Grillini sull’orlo di una crisi di nervi

par enzo sanna
venerdì 29 marzo 2013

Chi non ricorda il film di Pedro Almodòvar “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”? Qualora si volesse “traslitterare” l’appartamento di Pepa col nostro Parlamento e il suo “stato interessante” col ventre di Beppe Grillo inseminato suo malgrado dagli elettori, beh, lo svolgimento risulterebbe a dir poco spassoso nell’analogia.

Invece c’è da piangere sia sul fronte degli eletti, sia su quello degli elettori, non tutti, per fortuna. Le riflessioni di questo articolo derivano in parte dal comportamento ondivago degli “eletti”, combattuti tra il far uso delle proprie facoltà mentali e l’obbligo di cieca ubbidienza sottoscritto col loro ayatollah Grillo e il padre spirituale Casaleggio, e in parte dagli elettori, catalogabili in tre categorie: i già pentiti, gli ancora fiduciosi, gli irriducibili a oltranza.

Un excursus sui vari blog confermerà le categorie anzidette e, per i pignoli, le innumerevoli sotto-categorie. Tra i “già pentiti” si annoverano coloro i quali esprimono onesti sentimenti di sinistra. Costoro continuano a denunciare, giustamente, la degenerazione della sinistra storica, combattuta, quando non lacerata, tra le buone intenzioni e le pessime attuazioni, tra cui il servilismo inaccettabile nei confronti della finanza internazionale gestita dal potere massonico. Qualora qualcuno faccia loro notare che il “Casaleggio pensiero” si avvale, guarda caso, del simbolo internazionale della massoneria, ossia l’occhio racchiuso in un radioso triangolo, ebbene, s’accasciano nel pentimento delle proprie scelte recenti, ben consci che dietro il simbolo cova ben altro.

Gli ancora fiduciosi, invece, si tappano gli occhi chiedendo di attendere che i nuovi venuti siano messi alla prova prima di poter esprimere un giudizio. Ora, a costoro va ricordato l’identico atteggiamento di coloro i quali ebbero modo di esprimere il medesimo concetto un lustro fa, come ad esempio l’Iva Zanicchi e compagnia cantando, riferito all’indicibile, indecente Cavaliere d’Italia Berlusca, quasi che la “messa alla prova” potesse sortire effetti diversi da quelli ampiamente ipotizzabili. Si faccia Cavaliere d’Italia anche Grillo e si pareggino i conti. Non sarà necessario, così, dover attendere un altro lustro per ottenere prova certa di quanto si sostiene, ossia il parallelismo politico col citato innominabile Silvio nella comune irresponsabilità, non riguardo ai loro affari privati, s’intende.

Terza categoria, gli irriducibili a oltranza, di destra sponda. Costoro spopolano nel web, attaccano, sproloquiano, offendono, minacciano, tentano di intimidire chiunque la pensi diversamente. Ne fa le spese persino il mite Fiorello, reo d’aver preso in giro, opportunamente, il dormiente capogruppo grillino al senato, tale Crimi. I manganellatori grillini del web gli urlano: “Ti scagli contro chi cerca di cambiare l’Italia. Sei un poveraccio” . Ci sarebbe da interloquire non tanto sulla forma, quanto sulla sostanza. Tale Crimi potrebbe cambiare l’Italia? Ma dai! Siamo seri. E poi, cambiarla in meglio o in peggio? Forse potrebbe completare l’opera di sfascio avviata e perseguita da quelli che intenderebbe combattere, a parole, appisolandosi sugli scranni del Senato da degnissimo loro erede. Lasciamo perdere.

Insomma, il moVimento nato e cresciuto sull’onda dei Vaffa e dello sberleffo, spessissimo giustificati nei confronti dei politici di professione, non accetta l’uso della medesima moneta quando rivolta verso il proprio “essere”. E no! Caro Grillo e meno cari, anzi, già svalutati eletti grillini. Il banale, scontato, “chi la fa l’aspetti”, riguarda tutti, proprio tutti, lorsignori compresi. Se ne facciano una ragione. Per ora hanno dato ampia e inequivocabile dimostrazione di essere incapaci, con rarissime eccezioni, di assumersi una qualche responsabilità.

Diverse crepe, però, iniziano ad apparire sulla superficie di questo monolite di pastafrolla denominato M5S. L’ottimo, documentato servizio di Federico Mello sulle pagine di Tiscali, dal titolo “Il Movimento 5 Stelle cresce e Casaleggio incassa” da il colpo di grazia ad ogni presunta superiorità morale di certuni con buona pace di coloro i quali “ci hanno creduto”.

Da qui, ma non solo, le sempre più evidenti crisi di nervi all’interno della compagine grillina consapevole, oramai, di rappresentare un coacervo elettorale di difficile gestione attraverso un “corpo” di eletti di qualità scadente, guidato dall’esterno delle istituzioni da un personaggio, Grillo, sempre meno comico, sempre più psicotico.


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