Green Day: anche l’Italia nel collasso secolare del giorno verde

Si snocciolano i giorni di attesa per l’uscita di “21st century breakdown” ascoltando l’ultimo/primo singolo e scorrendo la lista delle prime date del tour che vedrà impegnati i Green Day su i palchi di tutto il mondo. Per l’Italia c’è Milano(10/11/09-Datchforum), Bologna(11/11/09-Futurshow) e Torino(12/11/09-Pala Olimpico Isozaki). La prevendita dei biglietti comincerà il 30 aprile.

C’è grande trepidazione per il collasso del giorno verde sabato 15 maggio, data di uscita del nuovo lavoro in studio dei Green Day, la band californiana che con il lavoro del 2004, American Idiot, si è aggiudicata 2 Grammy, l’entrata in prima posizione nella classifica americana di Billboard e la riconoscenza di più di 12 milioni di copie vendute in tutto il mondo. A testimoniare il nome e l’importanza di questo che il gruppo si è ritagliato nell’ambiente musicale, sia per la critica che per le vendite…e soprattutto per il pubblico.

Con questo nuovo lavoro i Green Day si sono orientati a seguire l’ultimo, quello dell’americano idiota, dietro la dura linea del concept-punk-album, il quale segue una linea narrativa che racconterà la storia di una giovane coppia, Christian e Gloria, come quella del Jesus of Suburbia. E’ un cd che si presenta in maniera molto ambiziosa con alla produzione quel Butch Vig alla regia di Nevermind dei Nirvana e di diversi lavori degli Smashing Pumpkins. La parte narrativa dell’album sarà divisa in tre atti: “Heroes and Cons”, "Charlatans and Saints", “Horseshoes and Handgrenades". Una piccola anteprima del disco si è avuta il 7 e il 9 aprile in due locali di San Francisco dove i Green Day si sono presentati sul palco in un secret show e hanno suonato tutti i pezzi del nuovo album davanti a un pubblico molto sorpreso. Ma il gruppo californiano non è nuovo a questo tipo di scherzi. Risale infatti a un anno fa la sorpresa del side-project “Foxboro Hot Tubs” dove i Green  Day lasciarono spazio alla loro vena garage rock e beat indie per un album completamente autoprodotto e auto distribuito, “Stop drop and roll”.

Ogni giorno vediamo giovani vestiti come Billie Joe o come il Jesus of Suburbia del video, che portano i capelli in un certo modo e che riportano in vita quello stile punk anni ottanta proprio come fa il gruppo in verde, sia con gli strumenti che con i vestiti. E questa è una grande peculiarità del gruppo californiano che si mette in vetta oramai da 5 anni a tutta la lista dei gruppi punk contemporanei, responsabili come tanti altri grandi, di aver portato insieme alle loro chitarre anche un modo di vivere e di vestire, di ascoltare la musica e di usare questa anche per questioni sociali.