Grecia: una crisi annunciata

par Riflessioni Urbane
sabato 18 febbraio 2012

Qui non v’è pretesa alcuna e non c’è nemmeno la competenza necessaria per comprendere bene (figuriamoci poi a spiegare...) cosa possa aver causato la bancarotta della Grecia, visto che in termini di finanza chi sta scrivendo riesce a malapena a decifrare il proprio estratto conto bancario... però qualche domanda condita di dubbi uno se la pone lo stesso e cerca di condividerla, soprattutto considerando alcuni fatti certi che (curiosamente) sembrano essere marginali ai grandi dibattiti di questi giorni, a parte qualche accenno o interessante discussione tra gli analisti di settore nella Rete.

E così ti trovi a leggere che già nel 2004 i governanti greci precedenti l’Euro avevano ammesso di aver imbrogliato le carte per rientrare nei parametri dettati dal Trattato di Maastricht, perpetrando l’inganno poi fino al 2009 (come riferito dallo stesso Papandreu) e arrivando al mostruoso rapporto deficit/PIL del 15,4%, “mostruoso” se paragonato a quel 3% che permetteva di entrare a far parte della Moneta Unica.

Due anni fa si è poi venuto a sapere che dal 2001 alla famigerata Goldman Sachs (per la cronaca, dove il “monotono” Monti aveva prestato la sua opera di consulente dal 2005 al 2011) e ad altre banche d’affari sono stati pagati milioni di dollari dal Governo greco per agevolare la sua continua richiesta di denaro in prestito sui mercati... e tutto questo mentre la Grecia stessa veniva considerata dalle famigerate agenzie di rating come una delle “migliori economie dell’Eurozona dal 2000 al 2007”.

E’ evidente come non occorra essere un esperto di macroeconomia per capire cosa è accaduto e cosa non doveva accadere, e quindi sembra abbastanza pretestuoso puntare il dito ora verso una Grecia sicuramente colpevole di una spesa pubblica spropositata e di una evasione fiscale che è arrivata ormai ad â del Pil... quando il Male, quello vero ed originario, è appunto come detto un altro, e tutto il resto, chissà, forse potrebbe anche esserne una diretta conseguenza.

Forse invece qualcuno a Bruxelles ci dovrebbe spiegare come mai non è stato fatto nulla dal 2004, e cioè da quando si è scoperto l’inganno. E ci dovrebbe spiegare anche come mai l’economia greca, una delle meno determinanti della Comunità, debba pagare dazio a tutti i costi e fomentare così la rivolta di milioni di persone che non hanno colpa e che a breve si ritroveranno con le pezze al culo.

Cui prodest?

Ma, dopo le scene di guerriglia urbana ad Atene, forse è il caso di chiedersi soprattutto a cosa serva uno Stato ed un Governo rappresentativo della volontà popolare se poi a sua volta è costretto a rendere conto a dei Governi, Parlamenti e Banche sovranazionali insensibili ad una crisi economica di cui sono stati tra l’altro i primi responsabili.

Perché, a questo punto, se l’intenzione era quella di tornare al Feudalesimo potevamo fare a meno dell’Euro e piangere tranquillamente miseria allo stesso modo con il vecchio conio.

Salvatore, blogger su Riflessioni Urbane


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