Google public data explorer e la banda larga in Europa

par Rocco Pellegrini
lunedì 21 febbraio 2011

Cos’è il data driven journalism? E cosa dire del nuovo servizio di Google public data explorer? Lo vedremo parlando di banda larga in Europa...

Da qualche giorno in rete c'è un nuovo servizio di Google di cui si è parlato molto poco nella stampa e nella tv ma che, a mio parere, è una grossa novità ed una prima ma significativa esperienza in un campo della comunicazione e del giornalismo la cui importanza è destinata ad aumentare nel tempo.

Sto parlando di Google public data explorer.

Le più avvedute scuole di giornalismo parlano di data driven journalism.

C'è un sito olandese in inglese, tra molti altri, che parla di un convegno tenutosi ad Amsterdam il 24 Agosto del 2010 cui hanno partecipato tra gli altri speaker provenienti da "The New York Times (US), The Financial Times (UK), The Times (UK), The University of Amsterdam (Netherlands), The Open University (UK), The Open Knowledge Foundation (UK), Medienkombinat (Germany) Hacks/Hackers (US), OWNI (France) IBM (France), Ultra Knowledge (UK), KB Consulting (Germany)".

Sinteticamente si mette in evidenza che la rete ha fortemente accentuato un fenomeno già presente nel giornalismo d'inchiesta che possiamo definire "far parlare i dati".

Inferire dai dati, capire le tendenze implicite che sono nascoste nei dati è qualcosa che non si fa fatica a concretizzare.

Una cosa è formulare un'opinione, immaginare una tendenza, un'altra è renderla autorevole supportando il proprio ragionamento con dati, in qualche modo "inequivocabili".

Questo si è sempre saputo ma nella nostra epoca ma grazie alla rete "insiemi di dati sono diventati disponibili online, spesso gratuiti. C'è un intero arsenale di strumenti per scavare nei "grandi dati". Programmi Open Source permettono la navigazione, l'analisi di grandi quantità piuttosto rapidamente. Sono disponibili delle applicazioni online che ci aiutano a condividere e visualizzare questi dati".

Utilizzando queste informazioni è possibile costruire un nuovo tipo di articoli, più credibili, meno opinabili, più utili alla formazione corretta della pubblica opinione.

A chi volesse approfondire, consiglio delle presentazioni emerse dal convegno considerando, così, di aver chiarito di cosa si tratta.

Google public data explorer è un'ottimo strumento per entrare nel merito di questo modo di argomentare.

Google propone alcuni dataset (insiemi di dati) sui cui fare esperienza e poi offre a chiunque la possibilità di conferire propri dataset. 

Fare un'esperienza pratica vale almeno quanto cento teorie su qualsiasi cosa e osservando i dataset disponibili la diffusione della banda larga in Europa ha subito colpito la mia attenzione.

I miei 4 lettori sanno bene quanto io ritenga questa cosa decisiva per il nostro paese essendo dell'idea che un piano per la sua pratica realizzazione dovrebbe essere al primo posto per un rilancio dell'economia nel nostro paese.

Qualche tempo fa feci una proposta sull'utilizzo dei 700 Mh lasciati liberi dal passaggio al digitale terrestre convinto come sono che la tecnologia permette oggi cose incredibili, che potrebbero dinamizzare un paese moribondo e che non sono possibili soltanto per la pervicace prepotenza di chi è al potere e per la grande ignoranza di chi gli si oppone.

Dunque questo dataset di Google mi da l'occasione di tornare sul mio "cavallo di battaglia" perché il bel paese è davvero messo male in questa frontiera avanzata dell'innovazione nella comunicazione.

Diamo uno sguardo al grafico e riflettiamo insieme

Analizzando i dati che si riferiscono al gennaio 2010 si può notare che la diffusione media della banda larga in Europa è del 24,7% mentre l'Italia raggiunge soltanto il 20,5%. Non ci sono soltanto davanti a noi i paese scandinavi ed i grandi paesi Germania, Francia, Inghilterra e Spagna ma anche la Slovenia, l'Estonia, Cipro...

Insomma una tragedia.

Poi ci si domanda: ma come mai non cresce il prodotto lordo del paese?

In un mondo dove la rete è la nuova vera fabbrica noi la trascuriamo: come possiamo crescere?

Riuscirà la rete ad imporre questo punto all'attenzione della classe dirigente, almeno a quella che si oppone al magnate delle tv generaliste?

E' evidente che Berlusconi non ha alcun interesse a liberalizzare la comunicazione visto che i suoi atti vanno tutti nella direzione di controllare i principali canali ma gli altri?

Perché dormono?

Perché non capiscono che questa è la partita decisiva perché la società si risvegli e cambi?

Eppure chi va meglio di noi sta davanti a noi: i dati sono inequivocabili.

Questo è quello che veramente conta.


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