Gobetti, il destino di due donne: Ada e Carla, con questo cognome

par Doriana Goracci
sabato 6 gennaio 2018

Ada e Carla, madre e figlia, due donne di cognome Gobetti, acquisito con amore per Piero e Paolo, padre e figlio, di cognome Gobetti: una vita dedicata alla resistenza culturale e sociale.

Leggo un articolo di Marco Rovelli, "Addio a Carla Gobetti, la comunista ribelle che rispettava le istituzioni". Carla Gobetti, presidente onoraria e fondatrice del Centro Studi Piero Gobetti dedicato al suocero Piero, intellettuale comunista sempre al fianco del marito e dei diritti civili e sociali... si è spenta a 88 anni.

Non sapevo prima di leggere e scrivere questo post, come facesse di cognome da ragazza ma riportano tutti che era nata nel 1929 a Torino, in Borgo San Paolo (il padre, operaio Fiat, comunista, aveva pagato il suo antifascismo, lei ancora adolescente aveva dovuto aiutare la famiglia col lavoro da sarta).

Leggo poi di Ada Gobetti, suocera di Carla, madre di Paolo Gobetti e moglie di Piero Gobetti, tramite un articolo Ada Gobetti. La partigiana educatrice, molto bello e interessante di Eliana De Cara: Lla conosciamo come Ada Gobetti perché, «per ragioni politiche, gli amici hanno sempre voluto chiamarmi Gobetti. E allora io, per affetto e rispetto di Ettore, ho sempre aggiunto Marchesini», disse riferendosi al secondo marito cui si era unita dopo la vedovanza. Ma l’identità e la personalità di Ada Prospero, classe 1902, vanno ben al di là dei cognomi acquisiti, e del resto non fu un caso se l’intellettuale Piero Gobetti se ne innamorò perdutamente."

"...Ada si alimenta in effetti di tanta straordinarietà, ma da par suo segue con determinazione la propria strada laureandosi nel giugno 1925 – già incinta e a nemmeno 23 anni compiuti, essendo nata il 23 luglio – in Filosofia teoretica con una tesi sul pragmatismo angloamericano. A dicembre mette al mondo Paolo, una gioia che condivide con il marito per pochissimo tempo. Il regime ha intensificato progressivamente la repressione, al punto da ingiungere alla «Rivoluzione liberale» di terminare le pubblicazioni e alla casa editrice di chiudere i battenti. Le condizioni fisiche di Piero sono ormai precarie, gli scompensi cardiaci di cui soffriva si sono via via acuiti per una brutale aggressione di un gruppo di fascisti, che l’aveva picchiato selvaggiamente sulle scale di casa. Rifugiatosi a Parigi, dove spera di riprendere con nuovo vigore l’attività editoriale, Piero non regge alle complicazioni sorte dopo una bronchite e il 16 febbraio 1926 muore.A neanche 25 anni. Ada, rimasta a Torino con il bambino, entra in uno stato di prostrazione di cui parlerà pochissimo. L’amica Bianca Guidetti Serra racconterà che solo nell’inverno 1943-1944, accartocciate nell’oscurità di un carro bestiame, con la paura di essere ammazzate da un momento all’altro dai tedeschi e senza neanche la possibilità di guardare l’una il viso dell’altra, le sussurrò che le era parso di «vivere nel buio» per lungo tempo."

Racconta anche Marco Revelli, di Carla Gobetti: "...Sapeva stare senza timori reverenziali a fianco di Presidenti della Repubblica (Saragat, Pertini) e di ministri in visita ufficiale, forte della sua storia e del suo nome, mantenendo sempre il distacco che la cultura gobettiana prescrive nei confronti del potere ma anche la consapevolezza del peso che le istituzioni pubbliche hanno per l’identità di una nazione. Finché le forze l’hanno sostenuta ci ha accompagnato nella visita annuale, ogni mese di febbraio, al cimitero parigino del Pére Lachaise, sulla tomba di Piero Gobetti, muta testimonianza di quanto questo Paese debba ai propri padri eretici, costretti a morire in esilio. Ci mancherà immensamente."

Da un commovente articolo di Norberto Bobbio su Ada Prospero Gobetti Marchesini, ho saputo che Carla faceva Nosenzo di cognome, Carla Nosenzo Gobetti: Grazie.

Doriana Goracci


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