Gli italiani "non amano" la monotonia del posto fisso...

par Paolo Borrello
lunedì 6 febbraio 2012

Gli italiani hanno anticipato i “desiderata” del presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti. Infatti, secondo dati forniti dall’Istat, in Italia ci sono oltre 2,7 milioni di persone senza posto fisso. Ci sono 2.364.000 di dipendenti a tempo determinato e 385.000 collaboratori.

E' quanto emerge dai dati Istat relativi al terzo trimestre del 2011. In tutto si tratta, quindi, di 2.749.000 di persone a cui manca il posto fisso, ovvero lavoratori atipici. Continua, così, a crescere il numero dei dipendenti a termine, con un aumento del 7,6% (+166.000 unità) su base annua. Un incremento che coinvolge per circa due terzi gli under 35. Quindi l'incidenza del lavoro a termine sul totale degli occupati raggiunge il 10,3%.

Quanto ai collaboratori, invece, si registra una lieve diminuzione rispetto al terzo trimestre del 2010 (-2,1%, ovvero -8.000 unità). Sono questi i dati Istat su occupati dipendenti a termine e sui collaboratori, ma il mondo della flessibilità in entrata è molto più vario. C'è, infatti, un folto sottobosco, basti pensare alle cosiddette “false partire Iva”. Pertanto ottenere una stima ufficiale sul “precariato” è difficile, anche se si può ipotizzare che sia più elevato rispetto ai 2,7 milioni. Per quanto riguarda i giovani (15-24 anni), coloro che sono risultati dipendenti a tempo determinato, sono pari al 46,7% del totale dei dipendenti occupati in quella stessa fascia d'età.

E' quanto emerge sempre da elaborazioni su dati Istat, relativi però alla media annua del 2010. Prendendo in considerazione i dipendenti over 35, solo l'8% di questi è stato rilevato come a tempo determinato. Nel dettaglio, esaminando ognuna delle diverse fasce d'età individuate dall'Istat, emerge che, se tra i dipendenti under 25 quasi il 47% è impiegato a tempo, la quota si abbassa al, comunque consistente, 18% per coloro di età compresa tra i 25 e 35 anni. E ancora scende all'8,3% per chi ha tra i 35 e 54 anni, per finire al 6,3% considerando gli over 55.


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