Gli incastrati da Renzi

par antonio cianci 251039
venerdì 24 gennaio 2014

 
Diceva Goethe che spesso la Verità è la più sottile forma di astuzia. Questo devono aver pensato e consigliato a Renzi i collaboratori strateghi della sua azione politica, quando lo hanno spinto a parlare direttamente al Paese, con una certa decisione ed insistenza, della necessità di fare quelle riforme veramente urgenti e necessarie al Paese. Riforme ormai indifferibili, per le quali Renzi ha vinto le primarie, ha conquistato la segreteria del PD e non può non tentare di realizzarle nel minor tempo possibile, pena il declino della sua parabola politica.
 
E la realtà e l'urgenza della realtà incastrano chiunque. Renzi ha dialogato con tutti i partiti che acconsentivano a discutere delle riforme e con tutti, tranne Lega e Movimento 5 stelle, ha raggiunto un accordo di massima da portare alla discussione del Parlamento.
 
Come sempre succede nel nostro mondo politico, appena concluso l'accordo sono iniziate le manovre dilatorie, le astuzie ed i cavilli per annacquare il bel colpo riuscito a Renzi di convincere i più ad aderire al proposito unitario di riforma, meditando probabilmente propositi di rivincita.
 
I suoi compagni di partito sono stati i più acidi, perché non hanno saputo obiettare se non di aver trattato con Berlusconi, anzi di averlo invitato nella sede del PD, come se il Nazareno fosse il paradiso terrestre, immune da fasti e nefasti della lotta politica. Sono incastrati a tal punto da aver come unica via d'uscita quella di sfasciare il partito con una scissione, suicidandosi per l'ennesima volta.
 
Berlusconi è incastrato a sua volta, perché non potrà fare a Renzi lo stesso scherzo fatto a D'Alema e Veltroni, cioè venire meno alla parola data, perché i tempi son cambiati, il suo consenso più che dimezzato, il suo carisma appannato ed i suoi guai accresciuti. Se dovesse ritirare la disponibilità alle riforme si suiciderebbe definitivamente.
 
Scelta Civica, Casini, Viva l'Italia, Sel e tutti gli altri cespugli politici, poi, si batteranno per cambiar qualcosa dell'accordo raggiunto con Renzi, come la necessità di introdurre le preferenze o cambiare le varie soglie di sbarramento, che potrebbero sicuramente danneggiarli, ma neppure loro potrebbero sognare di far saltare il banco delle riforme, con agguati, complotti nel segreto di un eventuale voto parlamentare o in commissione. Perché le conseguenze per il Paese potrebbero essere drammatiche.
 
La caduta del governo, l'incognita di una campagna elettorale durissima, l'esito di una maggiore ingovernabilità, potrebbero risvegliare la speculazione e l'avversione dei mercati, innescando la corsa verso il disastro.
 
È vero che anche le comunità talvolta sono afflitte dal cupio dissolvi, accecate dal rancore e dalla faziosità. Ma mi auguro sinceramente per il futuro dei nostri figli che la Provvidenza faccia rinsavire questa che è la peggiore classe dirigente per il nostro sventurato Paese.
 
 
Foto: Wikimedia

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