Gli effetti collaterali dell’ignoranza. Capitolo 1: l’omofobia

par Benny Limone
venerdì 23 ottobre 2009

Lo dice il bugiardino della maggior parte dei farmaci in commercio e ce lo ripetono a tamburo battente le pubblicità che, a seconda della stagione, ci propongono di volta in volta rimedi miracolosi contro le allergie, il raffrddore, i dolori reumatici o altro: "Può avere effetti collaterali anche gravi".

Può sembrare un modo per pararsi il sedere da parte delle case farmaceutiche contro qualunque danno, di entità anche considerevole, che possa derivarci dall’uso di un prodotto, eppure se provassimo ad applicarlo all’ignoranza ed ai comportamenti anche pericolosi che ne derivano forse ne verrebbero fuori spunti di riflessione interessanti.

Le cronache recenti riportano, un giorno si e l’altro pure, episodi di intolleranza contro persone omosessuali e la tendenza comune è di associarli a gruppi politicamente schierati, a formazioni extraparlamantari ma comunque simpatizzanti per la destra, salvo poi ascoltare le parole colme di sdegno e le stigmatizzazioni del sindaco di Roma, esponente di rilievo di Alleanza Nazionale. Sta di fatto che, nonostante tutti commentino negativamente i fatti che di volta in volta la cronaca riporta, quando si è trattato di prednere un provvedimento più o meno serio, la legge in parlamento è stata bocciata (grazie anche al voto contrario di esponenti del PD).

Ma siamo poi certi che la soluzione del problema sia in una legge e che gli autori di queste azioni inqualificabili lo facciano in nome di un’ideologia?

Ho provato ad ascoltarne qualcuno di questi ragazzotti e non mi è parso di riscontrare nelle loro parole l’ombra di un’idea politica
che, per quanto discutibilissima, riconducesse quantomeno ad una concezione di fondo del mondo e della società.


Parole confuse, argomentazioni farneticanti, citazioni buttate lì a caso che, più che dare un tono al discorso, restituivano invece la sensazione che chi le pronunciasse non ne capisse appieno il significato, affidandosi piuttosto a frasi fatte.

Credo che sia un grosso errore voler dare a certe azioni valenza politica: è un modo per accreditarle di un significato che non hanno e non possono avere e di attribuire agli autori uno spessore mentale e culturale che non possiedono. Del resto basta vederli: vestiti allo stesso modo, teste rasate probabilmente anche dall’interno, atteggiamenti violenti ma solo contro i più deboli, oppure quando si è in tre contro uno. Se pure volessimo distaccarci per un attimo dall’assurdità di fondo insita nel voler giudicare una sfera così intima e personale come quella delle preferenze sessuali (peraltro senza limitarsi al giudizio ma passando poi all’offesa) ci sarebbe comunque una contraddizione di fondo.

Le ideologie inneggianti alla razza perfetta, al superuomo ma anche le più spicciole vanterie del bullo di quartiere o dell’ "uomo che non deve chiedere mai", si basano sull’idea di un essere superiore, dotato di doti al di fuori del normale e soprattutto di coraggio. Ora mi chiedo che coraggio può avere chi aggredisce una donna, intervenuta in difesa dell’amico gay, fino a farle quasi perdere un occhio o aggredisce, armato di coltello, una coppia omo (disarmata) che si stava solo scambiando un bacio?

Allora andiamo per esclusione che resta? Esclusa l’ideologia, escluso il coraggio non vedo altro che l’ignoranza, una mascroscopica ed evidente ignoranza che porta a disprezzare l’altro senza nemmeno sapere perché, che spinge a citare frasi ed idee di cui non si conosce nemmeno il senso ma che soprattutto può avere "effetti collaterali anche gravi" perchè spinge a ledere la libertà e l’integrità altrui.


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