Gli ebrei si sposano solo fra di loro?

par Fabio Della Pergola
lunedì 6 ottobre 2014

Qualche settimana fa c’è stato un microscandalo: il matrimonio misto che è stato celebrato in Israele fra una donna ebrea (convertita all’Islam) e un uomo arabo musulmano.

Il microscandalo naturalmente non è il matrimonio in sé che in tanti hanno curiosamente esaltato come fosse un significativo segno di abbattimento di barriere antiche e insuperabili (in realtà i matrimoni misti in Israele sono un migliaio l’anno anche se devono essere celebrati con modalità molto particolari).

Lo scandalo è che alcune decine di idioti razzisti (che esistono in Israele come in molte altre parti del mondo) hanno manifestato con una certa virulenza, anche se tenuti a distanza dalla polizia, contro le nozze.

"Il matrimonio non s’ha da fare", dissero, ma ovviamente il matrimonio si fece. E lo sposo ha liquidato le proteste con dignitosa superiorità: “facciano quel che vogliono”.

Nel frattempo una notizia di gossip ci informa che l’attrice Gwyneth Paltrow si sta convertendo all’ebraismo. Non si sa perché lo faccia (le fonti dicono che abbia maturato la decisione dopo la separazione dal marito) anche se in realtà pare che abbia studiato la Qabbala per alcuni anni. Più semplicemente la bionda Gwyneth è figlia di madre cristiana e di padre ebreo, quindi la sua conversione appare un po’ meno sorprendente di quanto poteva sembrare. Questioni familiari, insomma, di quelle che ognuno vive a modo suo.

Il ricorso al gossip non è segno di un improvviso decadimento delle facoltà mentali dello scrivente, ma un po’ più seriamente è utile per introdurre un altro elemento della perenne (e parecchio noiosa) querelle antiebraica che con cadenza quasi giornaliera si affaccia qui e là sulla stampa o sui social network.

Nel caso della coppia arabo-ebrea di cui ho parlato all’inizio, si è infatti sviluppata una mini-tirata parallela al mini-scandalo di cui sopra. La mini-tirata verteva sul deprecato uso ebraico del matrimonio endogamico.

Si dice, cioè, che gli ebrei si sposano solo fra di loro e questo è portato a riprova - c’è chi si limita a insinuarlo e c’è chi lo afferma a voce alta certo che sia un dato inoppugnabile - del pervicace “razzismo ebraico”. Che i due coraggiosi sposini "misti" avrebbero sfidato a rischio della vita.

Perlopiù i rumors che hanno attraversato la stampa e il web derivano in buona misura dalla prassi consolidata di definire Israele “stato razzista”, in quanto "stato ebraico", e quindi di cercare, piluccando nelle notizie di cronaca, tutto ciò che confermerebbe l’accusa.

A nulla vale controbattere che “ebraico” equivale ad “arabo” e se quindi sono accettati gli stati “arabi” non c’è alcuna ragione di ritenere inaccettabile quello “ebraico”. Insomma o vanno bene tutti o non va bene nessuno, anche se a un purista delle democrazie occidentali (che peraltro non sembrano poi così perfette) la cosa può non piacere.

Poi c’è chi si spinge a ritenere che “ebraico” abbia unicamente un significato religioso equivalente quindi a “cattolico” o “islamico” (ma le repubbliche islamiche sono mai state accusate di razzismo?). Con buona pace dei tanti ebrei atei (esistono anche rabbini dichiaratamente atei, lo sapevate?) che, secondo le astruse fantasticherie di questi buontemponi, non potrebbero perciò definirsi “ebrei”. Con buona pace anche della loro cultura millenaria e delle loro tradizioni.

In realtà in Israele i matrimoni misti (cioè fra persone di religione diversa) sono vietati, perché l’anagrafe (quindi la gestione amministrativa delle nozze) non è mai stata gestita direttamente dallo Stato, ma è stata lasciata al rabbinato. Uno dei molti compromessi che laici e religiosi hanno dovuto trovare nel momento in cui hanno fondato uno stato in cui le due componenti dovevano convivere (anche se il dibattito all’interno della società israeliana è molto acceso attorno a questo tema). In fondo non abbiamo avuto anche noi, per molti anni, leggi sostanzialmente religiose in merito a matrimonio e divorzio? E non siamo, tuttora, costretti a combattere ogni giorno contro le imposizioni del credo religioso su aspetti assolutamente laici della vita civile? (Pensate solo alla vecchia questione del crocefisso negli ambienti pubblici).

Insomma, ci vuole tempo.

Nel frattempo le coppie miste prendono il primo volo per Cipro dove si sposano; poi al ritorno iniziano le pratiche per far riconoscere all’anagrafe israeliana il matrimonio contratto all’estero.

Ma la questione non finisce qui, perché se vogliamo andare a fondo e dare un’occhiata alla tanto sbandierata endogamia ebraica non possiamo far altro che sbattere il naso su dati di fatto alquanto diversi. L’85% degli ebrei non israeliani ha alle spalle un matrimonio misto; e questo riguarda sia gli ebrei europei che quelli americani.

Proprio come nel caso dei genitori della graziosa Gwyneth (o anche dei miei se questo importasse qualcosa).

In Israele si sa, le cose sono diverse (forse perché è uno stato in guerra permanente da una sessantina di anni con i suoi vicini arabi alla cui etnia e religione appartiene una minoranza consistente dei suoi stessi cittadini?); sono questioni che possiamo definire “diverse” rispetto al resto dell’occidente, ma non rispetto al medio oriente.

A partire dalla prassi tutt’altro che rara delle autorità egiziane che espellono dal loro paese le mogli israeliane di cittadini egiziani. Che sono numerose e - inutile dirlo - appartenenti alla minoranza palestinese.

Sono cioè cittadine israeliane di etnìa araba e di religione islamica. Ma questo non le salva dall’essere ritenute pericolose per la sicurezza dello stato. E quindi la coppia mista se ne deve andare. Dove? “...addirittura in Israele. La maggior parte delle coppie miste ha scelto proprio quest'ultimo come nuova residenza”. Ironia (tragica) della sorte.

 

Ancora non basta, però; perché se diamo un’occhiata alla normativa vigente in alcuni paesi arabi in merito al matrimonio scopriamo cose interessanti. Ad esempio che “Il diritto malakita, che vige dall'Egitto al Marocco, stabilisce gli impedimenti al matrimonio, fra cui la differenza di religione: una donna mussulmana non può sposare un uomo non mussulmano, mentre un uomo mussulmano può sposare un'ebrea o una cristiana. Vige la nullità del contratto matrimoniale stipulato da un uomo mussulmano con una donna politeista e quello di un uomo ebreo o cristiano con una donna mussulmana.In Algeria è proibito il matrimonio fra una donna mussulmana e un non mussulmano. In Libia una donna mussulmana non può sposare un uomo non mussulmano (...) Il Libano non ammette il matrimonio civile, ma data la grande varietà dei credi religiosi presenti, fra i giovani, al fine di ovviare a molte difficoltà viene scelto il matrimonio civile andando a contrarlo a Cipro. Anche in Libano vige il divieto islamico per la donna di sposare un uomo di altra confessione”.

In sintesi nel mondo islamico vige un concetto pressoché universale: un uomo musulmano può sposare una donna non musulmana, ma una donna musulmana non può mai sposare un uomo non musulmano. Il perché è semplice. La fede si trasmette, secondo la tradizione coranica, per via patrilineare quindi un bambino “nasce” musulmano anche se la madre non lo è, mentre se il padre non è musulmano il bambino nasce “sbagliato”. E la madre musulmana potrebbe incorrere in pene gravissime.

A cosa attiene questa logica? A etnocentrismo, razzismo, religiosità? Verrebbe da pensare che sia uno schema mentale prettamente religioso, ma la religione non si trasmette attraverso i gameti, lo sappiamo bene tutti. E lo sanno anche i musulmani. Datevi la risposta da soli.

Ma, a differenza della legislazione ebraica che viene tacciata di razzismo per via dell’opposizione ai matrimoni misti, quella islamica non è mai messa sotto accusa (a meno che uno non sia un leghista, ovviamente). Misteri del terzomondismo all'amatriciana.

Sta di fatto che i matrimoni misti fra gli ebrei non israeliani sono ampiamente maggioritari e non sono affatto rari nemmeno fra gli ebrei israeliani (anche se, ancora, devono andare a sposarsi a Cipro proprio come fanno i loro equivalenti libanesi).

Insomma la tanto decantata endogamia ebraica è la solita bufala (razzista). Ma non ditelo a chi ha il gusto perverso e insopprimibile della battuta antisemita. Sennò si arrabbia.

 

 


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