Gli Italiani e le lingue

par Ghigo Elli
mercoledì 24 settembre 2008

Gli Italiani nel loro non sempre facile rapporto con le lingue straniere

Diciamo innanzitutto che gli Italiani non sono mai stati a loro agio con le lingue. Per secoli e secoli hanno parlato il dialetto, rifiutandosi di imparare la lingua italiana. Persino uno statista come Cavour, in luogo della lingua di Dante, prediligeva il francese. E’ notorio il fatto che con la televisione l’italiano è entrato nelle case ed è divenuta la lingua effettiva degli abitanti della nostra penisola. Ma quanti parlano l’italiano nel mondo? Non più di settanta milioni. Ecco dunque nascere il primo equivoco tutto italiano. La nostra lingua è amata in tutto il globo, in quanto considerata bella e affascinante, ma non conta quasi niente, nel senso che non la parla nessuno. E la forza di una nazione nell’era della comunicazione globale non può non risiedere anche, se non soprattutto, nel fattore linguistico. I nostri giovani possono competere con il resto della gioventù mondiale soltanto se hanno adeguate conoscenze della lingua inglese, da affiancare magari ad una seconda lingua (francese, spagnolo, tedesco, portoghese).

Il guaio è che da quando si è emarginata la lingua francese (che rispecchiava da vicino la nostra sintassi) nelle scuole si assiste al paradosso di giovani studenti incapaci di esprimersi in un idioma straniero, se corrisponde a verità il risultato di quella ricerca secondo cui sei italiani su dieci non sono in grado di conversare in inglese.

Il Ministro Gelmini ci sta provando in tutti i modi, anche cercando di introdurre più ore di lingua persino al liceo classico. Ma è triste dovere ammettere che la scuola italiana non favorisce certamente l’apprendimento delle lingue straniere.

Il problema degli italiani è in fondo il problema dell’Italia. Come si può pretendere di essere un paese leader nel mondo quando la nostra lingua non è parlata da nessuno ? Viceversa, registriamo la crescita di nazioni come la Spagna, l’India e la Cina, che hanno lingue largamente diffuse e parlate. E anche il Portogallo con la recente unificazione linguistico-amministrativa con il Brasile, potrà in futuro dire la sua.

E noi che facciamo ? Stiamo a guardare ? O come sempre balbettiamo ?

Di sicuro quando parliamo tra di noi ci capiamo sempre poco.

 


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