Giustizialismo o legalismo garantista?

par Angelo Lo Verme
mercoledì 20 luglio 2011

Oggi, mercoledì 20 luglio, la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dovrà pronunciarsi a favore o contro la richiesta di arresto della Procura di Napoli del deputato del Pdl ed ex magistrato Alfonso Papa. L’esito stavolta sembrerebbe incerto, anche se il premier raccomanda ai suoi di votare contro “per evitare un pericoloso precedente”, considerati i prossimi pronunciamenti relativi all’altro deputato del Pdl Marco Milanese e il ministro per le Politiche Agricole Saverio Romano, “per evitare ondate di giustizialismo” ed evocando addirittura lo spauracchio “Mani pulite” (spauracchio poi per chi?). Incerto poiché nella Lega ci sono due opposte anime o volontà, una a favore e l’altra contro; quella a favore fra l’altro è molto altalenante, non si capisce bene a quali umori sia legata, se interamente a quelli di Bossi o a che cosa. Questi un giorno molto icasticamente e con la “raffinatezza” che da sempre lo contraddistingue dice “in galera!”, e un altro che si dovrà aspettare il processo.

Purtroppo da anni ormai i termini legalismo e giustizialismo si sono confusi, quasi che fossero sinonimi. In realtà legalismo e giustizialismo non sono affatto sinonimi, anzi, definiscono due distinte realtà o concetti; ma i cori a senso unico di certi media li hanno confusi e addirittura assimilati. Chi chiede legittimamente giustizia, legalità, che vuole vedere in galera i delinquenti e i corrotti dentro e fuori il Parlamento nel rispetto del sacrosanto garantismo costituzionale, è chiaro che è un legalista e non certo un giustizialista. Anche se quest’ultima sovente viene usata come e quando fa comodo. Se ad essere incriminato ad esempio è un Marrazzo o un Frisullo, allora il giudice non è giustizialista, altrimenti s’invoca troppo spesso un garantismo un po’ troppo peloso.

Da tutto ciò si evince quindi come molte cose o concetti siano diventate una questione di linguaggio e non di oggettiva realtà; quel linguaggio che in questo quasi ventennio è stato mortificato e piegato alle esigenze e al mantenimento di un potere sempre meno legittimo. Giacché, quando un consenso proviene dalla disinformazione e confusione verbale propinati da televisioni e testate giornalistiche di proprietà di chi scende in politica in prima persona, alla faccia del conflitto d’interessi ai danni del cittadino, diviene manipolato, inficiato dunque illegittimo. Già basta la parola, sentenziava un antico spot, per capire fra l’altro certa forma mentis, poiché salire in politica sarebbe un’idea più consona a un compito di tale portata e importanza, mentre scendere… definisce esattamente l’attualità politica.

Sarà anche per questo motivo che il Paese Italia non riscuote più alcuna fiducia e credibilità internazionale, con un governo che non rappresenta e forse non ha mai rappresentato realmente la maggioranza degli italiani (anche grazie alla porcata di Calderoli col suo mostruoso premio di maggioranza e l’abolizione delle preferenze), che sono sempre più poveri ma forse ora sempre meno disinformati, se l’antico consenso di cui andava tanto fiero (giustamente) il premier e che credeva (stoltamente) che gli legittimasse qualunque cosa, ora va scemando ed è passato già con uno scarto di alcuni punti dalla parte del centrosinistra. Fatto storico se si pensa che ciò non accadeva dal febbraio del 2006.

A causa di questa debolezza del governo ora l’Italia è diventata preda di famelici speculatori, e a quanto pare nemmeno una manovra succhiasangue (un Dracula un po’ ottuso, che affonda i suoi canini sul collo martoriato di chi sangue non ne ha più invece che su quello florido di chi si ingrassa in questa situazione di crisi internazionale), approvata in pochissimi giorni anche grazie al senso di responsabilità del centrosinistra, tanto invocato dal Presidente Napolitano. L’euforia è durata troppo poco però, dato che ieri è stato un altro lunedì nero nel mercato finanziario italiano. La Borsa di Milano, infatti, ha chiuso con una perdita superiore al 3 %. Oggi invece Piazza Affari guadagna il 2 %, ma si tratta di un andamento troppo incerto e altalenante. Vedremo domani. In ritardo poi stamane arriva la proposta del ministro Calderoli di dimezzare il numero dei parlamentari e quindi i costi della politica. Per essere credibile bastava inserirla nella manovra che invece rimanda la questione al 2014. Una pezza forse per tamponare il calo di consensi che riguarda anche la Lega.

Per finire, a proposito di legalismo e giustizialismo, ieri ricorreva il 19° anniversario della strage di Via D’Amelio dove morirono il Giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta. Il Presidente della Camera Gianfranco Fini dice: “Evitare di candidare persone sospette di vicinanza con la mafia e a maggior ragione non elevarli a posti di responsabilità... Non è necessario aspettare sentenze definitive per prendere le decisioni che servono”. Il Giudice Paolo Borsellino nel 1989 espresse lo stesso concetto dicendo: “Bisogna trarre le dovute conseguenze tra certe vicinanze sospette fra politici e mafiosi. Invece ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza: cioè, quest'uomo non è mai stato condannato e quindi è un uomo onesto”.

Che anche il Giudice Paolo Borsellino fosse un giustizialista? Rosso non di certo date le sue idee politiche!


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