Girovagando per il centro storico di Palermo

par Marina Bernabei
lunedì 11 maggio 2009

La nostra bella Italia possiede un patrimonio artistico inestimabile. La sua salvaguardia e la sua valorizzazione dovrebbe essere un obiettivo primario, in quanto tale compito coincide con la conservazione delle origini, delle tradizioni e della storia del nostro paese. La città di Palermo mostra un’evidente difficoltà nell’assolvere a questo proposito, lasciando un visitatore sconcertato per lo stato di trascuratezza e di degrado in cui si trova il suo centro storico.

 

Traffico, sporcizia, cani randagi, palazzi abbandonati a se stessi sono manifestazioni evidenti di un problema persistente. Una delle prime tappe di un excursus di Palermo è il Palazzo dei Normanni. Già dall’esterno si evince l’esigenza di un’opera di restauro delle sue facciate, ma all’interno si evidenzia come una vera e propria necessità. Dopo aver ammirato la bellezza della Capella Palatina, riaperta da solo due anni al pubblico, il visitatore si dirige verso le scale per accedere alle sale del secondo piano. Vi è una lunga fila (oltre mezzora) e tra il mormorio e il malcontento generale per l’attesa, una signora si accende indisturbata ben due sigarette. Si rimane stupefatti non solo del fatto che nessuno sanzioni questo suo comportamento, ma anche della naturalezza e della non curanza con cui lascia i mozziconi sul pavimento, dopo essersi assicurata di averli ben benino spenti con il piede.

 

Una guida accoglie i turisti in gruppi per illustrare loro questo secondo piano. Le più belle sale del Palazzo, come ci spiega, sono sede dell’Assemblea regionale siciliana. Le sedute del Parlamento siciliano, le riunioni dei capigruppo e conferenze varie si svolgono all’interno di questo scenario. Una commistione tra passato e presente che stona: tra i dipinti e gli affreschi storici sono collocati tavoli, sedie e microfoni e ovviamente l’orario delle visite deve tenere conto degli impegni istituzionali. Al di là di questo, a colpirmi veramente negativamente è lo stato in cui vessa la sala pompeiana. La guida ci spiega che lo “scotch” con cui è tappezzata è dovuto ad un terremoto del 2001. Sono passati ben otto anni!

Dal Palazzo dei Normanni la nostra visita prosegue per la Cattedrale, passando per Corso Vittorio Emanuele, principale arteria cittadina. Un’impresa. La zona non è pedonale; le auto sfrecciano non curanti e i pedoni si avventurano per Porta Nuova, passando al suo interno senza l’ausilio di un marciapiede, inesistente in entrambi i lati della strada. Oltre a evitare di essere investiti, c’è da considerare gli alti livelli di inquinamento acustico e di smog. Ne vale però la pena: la Cattedrale di Palermo è veramente incantevole sia all’esterno che all’interno.

Continuo la mia passeggiata per Corso Vittorio Emanuele, dovendo più volte abbandonare il marciapiede, occupato dalle auto in sosta. Arrivo ai Quattro Canti, dove si incrocia via Maqueda, l’altra strada principale del centro. Mi dirigo verso Piazza Pretoria, una delle più belle piazze della città, dominata da una monumentale Fontana. La sporcizia è evidente, come in tutte quasi le strade, dove tra l’altro non ricordo di aver visto contenitori appositi per la raccolta differenziata. A venirmi in mente sono il televisore, il materasso e le due sedie che per ben quattro giorni ho visto passando per Via Ernesto Basile, a pochi passi dall’Università degli Studi di Palermo.

Due cani randagi dormono in tranquillità, in prossimità di un palazzo abbandonato e in stato evidente di degrado che si erge sul lato sinistro di Piazza Pretoria. Non sono i primi cani randagi che incontro, è tutto il giorno che mi passano a fianco senza il minimo stupore di nessuno. Mi tornano sempre più in mente le polemiche sorte negli ultimi periodi per le avvenute aggressioni di cani a danno di persone. Non è neanche il primo palazzo in quelle precarie e penose condizioni che vedo al centro della città. La maggior parte poi sono abitati. Soltanto dopo Piazza Verdi, per Via Ruggero Settimo e proseguendo per Via della Libertà, quartiere commerciale e ricco, si iniziano a vedere i risultati di una politica edilizia a misura del cittadino.

Penso poi alle due persone morte a Palermo per il forte vento delle ultime giornate di aprile e non mi meraviglio. Le ville sono chiuse al pubblico da quel giorno e un cartello informa che riapriranno il 5 maggio. Visitando l’Orto botanico, mi siedo su una panchina e alzando lo sguardo, vedo su di un albero un ramo spezzato, tenuto sospeso in aria da altre fronde. E mi domando inevitabilmente per quanto ci rimarrà.


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