Giro della padania. Contestarlo è un diritto costituzionale

par Voltaire
giovedì 8 settembre 2011

Il Giro della padania, la corsa ciclistica organizzata dalla Lega nord ha vissuto durante la sua seconda tappa da Loano a Vigevano alcuni momenti concitati e di tensione. La corsa infatti è stata interrotta da contestazioni nei pressi di Savona da esponenti del Prc, del Pd e della Cgil che hanno fatto sventolare dei tricolori. Per evitare altre contestazioni la corsa ha subito deviazioni mentre Ivan Basso e Sasha Modolo hanno denunciato di essere stati insultati e presi a sberle, mentre un polizziotto è rimasto ferito.

Partendo dal presupposto che ogni tipo di violenza va stigmatizzata e condannata, non può essere mai accettata o giustificata, non si può che essere solidali con gli italiani, (al di là del partito politico a cui appartenevano) che non facendosi intimidire dalla dialettica leghista boicottano il giro padano con mezzi pacifici e nonviolenti.

In uno stato democratico ogni libera manifestazione maggiormente se sportiva andrebbe consentita e tutelata. In questo caso però si vorrebbe far passare un messaggio politico di divisione che va contro I dettami costituzionali (l’Italia è una ed indivisibile) attraverso un evento sportivo che di amatoriale o agonistico ha ben poco.

All’ignoranza leghista è giusto contrapporre senza remore il patriottismo costituzionale che si sta diffondendo sempre più nel nostro paese.

E’ giusto reagire contro le provocazioni della Lega Nord soprattutto in un clima in cui il Governo italiano ha tollerato troppo le intemperaze e la maleducazione formale ed istituzionale del partito di Bossi. Gli italiani sono stanchi degli eccessi leghisti, degli insulti che essi quotidianamente rivolgono alle regioni del sud, del continuo inneggiamento della secessione della Padania.

Se la manifestazione leghista non è accolta con calore ma anzi con insulti ciò rappresenta una reazione a ciò che ha seminato in questi anni la Lega nord.

Perché chi ha boigottatto in tutti i modi i festeggiamenti per il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia insultando la maggioranza degli italiani che credono nei valori di libertà del Risorgemento oggi si indignano se viene ostacolata una corsa ciclistica di quart’ordine?

Perché coloro che hanno portato al petto simboli discutibili come il fazzoletto verde padano nel cuore del Parlamento si scandalizzano se ad una manifestazione pubblica viene sventolato il Tricolore, simbolo di unione e stabilità all’interno della nostra comunità?

Come si può pensare che alle provocazioni verbali leghiste si possa sempre soprassedere, e non reagire, essendo tutti saturi della politica dell’insulto, della canottiera, del dito medio alzato di Umberto Bossi? 

Il governo in carica vorrebbe che i cittadini italiani accettassero supinamente le misure inique che hanno appena votato al Senato, la condotta vergognosa del presidente del Consiglio che invece di governare pensa ai suoi interessi privati, ed inoltre bisognerebbe subire senza fiatare le pagliacciate leghiste che umliano l’Italia.

No ragazzi, la misura è colma, se si è deciso di reagire è perché si é passato il limite della decenza. Il Giro della padania va pacificamente e costituzionalmente boicottato.             


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