Giovedì Santo, diseredati al primo posto
par roccob
sabato 3 aprile 2010
Quest’anno, assistendo al rito dell’ultima Cena del Signore, sono rimasto colpito, positivamente colpito, da alcuni piccoli ma indicativi particolari.
La processione introduttiva alla celebrazione iniziava con dodici persone, rievocanti gli Apostoli, di estrazione sociale almeno all’apparenza comunissima, molte delle quali, verosimilmente, non di origine italiana.
Le predette, arrivate davanti all’altare, hanno preso posto nella prima fila dei banchi sistemati lungo la navata della chiesa.
Seguivano nel corteo, con i loro sontuosi e eleganti mantelli, le Dame e i Cavalieri dell’Ordine del Santo Sepolcro, i quali sono andati a sedersi nelle file di banchi successive, cioè a dire dietro ai poveri.
Nella fase centrale della liturgia, anche la lavanda dei piedi dei figuranti discepoli, da parte del vescovo, si è svolta all’insegna della semplicità e naturalezza e senza fronzoli di cerimoniale.
Insomma, un copione intriso d’umiltà, pur nel rispetto dei profondi valori e significati insiti nella ricorrenza, senza dubbio opportuno e apprezzabile.