Giovanni Bellini restaurato al Poldi Pezzoli

par elisabetta
lunedì 20 maggio 2013

 

L'’Imago pietatis’ di Giovanni Bellini è stata in esposizione al Poldi Pezzoli sino al 25 febbraio 2013 a Milano ma tutt'oggi è da ammirare presso uno dei più affascinanti musei di Milano.

Le quattro pietà di Giovanni Bellini al Poldi Pezzoli.

 

Giovanni Bellini è uno di quei pittori che tocca il sublime, e il ‘sublime’ non è una categoria storica, benché abbia raggiunto il suo apice proprio nel romanticismo e nel romanticismo sia stata, più di altre epoche, cercata e perseguita.

‘Il bello sublime’ è un valore intrinseco al fare artistico e ogni epoca ha l’artista che più gli si è avvicinato.

Nel caso di Giovanni Bellini il Poldi Pezzoli ha provveduto al restauro di un’opera ‘L’imago pietatis’, il cui lavoro, lungo ed impegnativo, è stato filmato ed è ampiamente documentato in loco.

La mostra non solo ha documentato il lungo lavoro di restauro, ma ha evidenziato la rielaborazione che Giovanni Bellini ha fatto dell’antico modello bizantino dell’Akra Tapeinosis (Somma Umiliazione) di cui all’esposizione è possibile ammirare un’opera. È l’icona di Torcello e testimonia come, proprio dalle terre veneziane sia sopraggiunta quell’arte che il Bellini ha trasformato tramutandola in iconografia realistica e insieme sublimata. È dunque un artista che al pari del Masaccio nella Firenze del primo quattrocento ha saputo modificare e rielaborare il modello bizantino ieratico e statico in essere per secoli, per avviare il processo di umanizzazione della sacra rappresentazione e aprire le porte all’umanesimo.

Accanto all’Imago Pietatis sono presenti altre tre pietà, e per l’esattezza ‘Il Cristo in pietà tra la Vergine e San Giovanni Evangelista' (1460), ‘Il Cristo morto sorretto da due angeli’(1465), ‘Il Cristo in pietà sorretto da 4 angeli’ (1470) quest’ultima proveniente dal Tempio Malatestiano sino al 1798.

La città di Milano presso la pinacoteca di Brera conserva un’altra ineguagliabile Pietà di Giovanni Bellini.

Ma alla mostra era possibile ammirare opere di epigoni che suffragano la tendenza moderna della rappresentazione della pietà e confermano il nuovo andamento della pittura.

La mostra si chiudeva con le parole di Roberto Longhi che nel ‘Viatico per cinque secoli di pittura veneziana’, 1946, così scriveva a proposito dell’artista: "Uomo di meditazioni instancabili, mai pago d’intendere il nuovo e di provarlo, fu tutto quel che si dice, bizantino e gotico, mantegnesco e padovano, poi sulle tracce di Piero e Antonello, in ultimo fu giorgionesco; eppure sempre caldo sangue, alito accorato, accordo pieno e profondo tra l’uomo, le orme dell’uomo fattosi storia e il manto della natura…"

Visitare questo museo è d’obbligo per chi ama l’arte e il fascino e la suggestione di questo raffinatissimo umanista.

È inoltre possibile visitare la collezione ‘La Cina al Museo’ con opere che facevano parte della collezione di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, il fondatore del Museo.


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