I giovani licenziano la Seconda Repubblica: “politici disgustosi, non vi votiamo”

par Fabio Barbera
giovedì 24 gennaio 2013

Erasmus in rivolta, fuori sede impossibilitati a votare e una generazione disillusa che non si recherà alle urne volutamente. Un sondaggio di MTV promosso per la campagna Io VOTO attraverso il sito iovoto.mtv.it mostra come i giovani arriveranno a questa tornata elettorale disillusi e arrabbiati. Un sistema di dialogo tra generazioni che si è rotto e che ha prodotto questi risultati.

Da un sondaggio di MTV rivolto a ragazzi tra i 18 ai 34 anni emerge che tra i giovani il primo partito è quello del non voto. Il 51% degli intervistati si dice combattuto tra delusione e disillusione, il 74% si mostra arrabbiato verso una classe politica corrotta, il 76% prova addirittura disgusto, il 73% dei giovani elettori vede nell’astensionismo il giusto modo per protestare. La classe dirigente è incompetente per il 76% e raccomandata per il 67%, per il 60% è anacronistica e incapace di rinnovarsi. Per questo solo il 62% dei giovani si recherà alle urne e solo un giovane su due si informa di politica. La campagna Io Voto sul sito iovoto.mtv.it rende così noto che le nuove generazioni si apprestano a licenziare la Seconda Repubblica.
 
L’immagine che emerge è quella di una rottura e impossibilità di dialogo tra i giovani e un sistema politico ritenuto corrotto e basato su conflitti di interessi, lontano dalla base, che non risponde più alle sollecitazioni sociali, che produce vuoti legislativi e leggi ad personam, che permette enormi ingerenze clericali, che non riesce a rappresentare più nessuno e che ha prodotto precarizzazione, stagismi reiterati, apprendistati infiniti e lavori sottopagati o addirittura privi di remunerazione. Un sistema che ha fatto aumentare il numero dei NEET – i ragazzi senza impiego, che non studiano né cercano occupazione - a quote allarmanti.
 

 
La campagna di MTV lancia anche un altro allarme, quello dei giovani che non potranno votare perché studenti all’estero, Erasmus o fuori sede. Su Repubblica centinaia di giovani che vivono temporaneamente in altri paesi europei e non potranno esercitare il voto per corrispondenza mostrano tutta la loro rabbia: "Non posso permettermi il volo per due giorni, sono furiosa", "Questa sarebbe stata la prima volta che avrei votato con piacere e coscienza... grazie...". “L'Erasmus non è un divertimento! È un'opportunità! Perché per usufruire di un diritto devo perderne un altro? Ho studiato, rinunciando a tante cose per riuscire a partire! Sono delusa... delusissima". Le reazioni diventano virali e coinvolgono Facebook, attraverso una pagina da cui ha preso piede una petizione online per chiedere al ministro degli Esteri di prendere in considerazione la possibilità per gli studenti Erasmus di partecipare al voto. Una raccolta firme che ha già raggiunto in poche ore le 9.000 adesioni e che è rintracciabile a questo link

Analoga situazione per gli studenti fuori sede che si ritrovano in città differenti dal proprio comune di residenza e che si sono organizzati sul sito Io Voto Fuori Sede. Il portale da due anni si batte per introdurre anche in Italia il voto per delega, il voto per corrispondenza o il voto in un diverso seggio, ma il disegno di legge in materia si è arroccato in Senato, in discussione dal 16 ottobre 2012.

 


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