Giovane e bella, ancora studentesse prostitute

par soloparolesparse
venerdì 20 dicembre 2013

Evidentemente il problema delle studentesse che si prostituiscono per arrotondare (o per vari altri motivi) è molto sentito, soprattutto in Francia, perchè Giovane e bella è l’ennesimo film sul tema di questi ultimi anni. Qui però abbiamo in più il tocco delicato e riconoscibile di François Ozon e la splendida ed elegante figura di Marine Vacth.

Isabelle è una giovane studentessa, ha 17 anni e vive con la madre, il fratello più piccolo ed il nuovo compagno della madre, tipo attento pur con le difficoltà del rappporto. Un giorno un tipo avvicina Isabelle all’uscita dalla scuola, le dà il suo numero di telefono e le propone di prostituirsi per lui.

Comincia così il viaggio della ragazzina in un mondo che pian piano scopre. All’inzio ha paura e continua per la curiosità, il brivido di paura, il rischio. Poi qualcosa cambia e lei comincia ad apprezzare il gioco, le piace, insiste, si spinge più a fondo.

Fin quando uno dei suoi clienti muore nel momento dell’amplesso e tutta la storia viene a galla costringendola a rivedere priorità e ad affrontare la madre ed i familiari.

Nel film c’è diversa roba interessante, a partire naturalmente dal corpo e dal viso elegantissimi di Marine Vacth.

Ma soprattutto c’è l’analisi del comportamento della ragazza, del suo rapporto con la prostituzione e col sesso. Lei non è mai costretta e sebbene la sua giovane età la renda comunque vittima, la sua consapevolezza è estrema e la riflessione continua.

Poi c’è il rapporto con la famiglia, con la madre (che ovviamente non sa nulla di lei), e quello molto stretto con il fratello, cui rivela buona parte della sua vita, un fratello che ama, che le fa da confidente, che la copre. Un fratello che è anche naturalmente attratto dal suo corpo, che la spia nuda, che la guarda masturbarsi. Ma è proprio il rapporto tra i due fratelli il legame più forte di tutto il film.

Poi l’evento che cambia le carte in tavola e costringe la protagonista ad affrontare il mondo, a dare spiegazioni, a ripensare la sua vita, a ricreare il mondo che ha deciso di vivere.

Rimane molta confusione, il turbamento di una mente giovane, fino alla catarsi finale che (forse) la libera definitivamente restituendola alla sua giovinezza.


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