Giorgia Meloni fallisce sul fronte dell’immigrazione: raddoppiati gli sbarchi in un anno

par Mario Barbato
venerdì 18 agosto 2023

L'immigrazione è uno dei fallimenti politici di Giorgia Meloni che due anni fa aveva definito l'allora ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, incapace di frenare i flussi migratori, chiedendo le sue dimissioni. ‘Il ministro non è in grado di far rispettare le regole su immigrazione e irregolari”, sbraitò Meloni con piglio deciso.

La premier italiana adesso che è al governo si è resa conto di quanto sia difficile gestire il fenomeno migratorio. La sovranista che voleva difendere i confini nazionali da una fantomatica invasione dei nuovi barbari provenienti dal Deserto dei Tartari; colei che prometteva blocchi navali e cannonate sulle ong deve fare i conti con una realtà che non si risolve con le parole che ha dispensato con tanta nonchalance in campagna elettorale.

La verità, come sempre, non sta nella chiacchiere, ma nei fatti. E i fatti dicono che in Italia, da gennaio a luglio di quest'anno, sono giunti nel nostro Paese già ottantamila migranti contro i centomila dell'intero anno 2022. Se si va più indietro nel tempo, il divario peggiora. Nel 2021, nel periodo compreso tra gennaio e luglio, erano approdati nelle nostre coste venticinquemila migranti; quest'anno siamo giunti già a ottantatremila profughi.

Per farla breve, sbarcano più migranti con il governo Meloni che con i governi degli anni precedenti. Ma questi dati non vengono menzionati dalla premier. Quello che rimane alla capa del governo per coprire l'imbarazzo è solo tanta retorica. Come quella sugli accordi europei sui migranti rimasti mera illusione e le trattative con le nazioni africane che stentano a decollare. La premier non parla più di migranti da fermare, perché ha capito che c'è poco da fermare.

Nessuno però sta chiedendo le dimissioni del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per come sta gestendo l'esodo africano che affolla le coste italiane un giorno si e l'altro pure. Decine di sbarchi senza soluzione di continuità. E questo malgrado la latitanza delle ong che evidentemente non erano la causa delle partenze, perché quando sei con la spalle al muro, decidi di partire, con o senza navi umanitarie, ti metti sui gommoni e sfidi pure la morte. 

Da sempre la miseria e le guerre muovono milioni di persone in tutto il mondo. Un fenomeno che non si può fermare con la demagogia elettorale, ma con una migliore distribuzione delle risorse mondiali. Perché sono le diseguaglianze economiche ad alimentare viaggi di massa e non saranno certo i muri, le leggi, i porti chiusi e i pattugliamenti a bloccare questo esodo che sta assumendo proporzioni epocali. Se ne faccia una ragione Meloni. 


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