Giallo telefonate Premier: Boccassini nel tritacarne de il Giornale

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venerdì 8 aprile 2011

Il tritacarne berlusconiano non perde un colpo. Due giorni fa il Giornale titolava: Processate la Boccassini. Oggi calca la mano: Boccassini sotto inchiesta. Ricordate le trascrizioni delle telefonate di Mr. B. sul Corriere? Ecco. Nonostante Bruti Liberati abbia spiegato l'iter assolutamente corretto, lo staff del Caimano grida al reato.

Il tritacarne berlusconiano non perde un colpo. Due giorni fa il Giornale titolava: Processate la Boccassini. Oggi calca la mano: Boccassini sotto inchiesta. Di cosa parliamo? Ricordate le trascrizioni delle telefonate di Mr. B. sul Corriere? Ecco. Nonostante Bruti Liberati abbia spiegato l’iter assolutamente corretto, lo staff del Caimano grida al reato. Allora veniamo ai fatti.

Le intercettazioni indirette del Premier sono state fatte in ambito allo stralcio del processo Ruby che vede imputati Lele Mora, Nicole Minetti e Emilio Fede. Periodo in cui il Presidente Berlusconi non era ancora indagato. Sono state poi trascritte parzialmente per chiedere l’autorizzazione al Gip di proseguire le indagini. Il tutto è rimasto segreto finché la Procura non ha depositato gli atti alla difesa. In più, quelle conversazioni non sono oggetto di prova, cioè i Pm non le useranno nel procedimento a carico di B. Ergo, essendo semplici informazioni al fine di convincere il giudice a permettere il prosieguo delle intercettazioni, tali trascrizioni non richiedevano la richiesta di permesso, come detta la legge Boato, riguardo i parlamentari.

Dunque, se c’è stata fuga d’informazioni, riguardo atti ormai pubblici e non segreti, questa è avvenuta quando le “telefonate” erano nelle mani dei legali del Cavaliere. Non prima. Tuttavia è assurdo che B. si dia la zappa sui piedi da solo, consegnando quelle scottanti parole alla stampa. Ma chi ci dice che non sia stato un funzionario, un cancelliere, una segretaria, a passare quelle rivelazioni al Corriere? Ma il quotidiano di Silvio non ci pensa proprio a ventilare ragionevoli dubbi: è colpa delle toghe rosse. Punto e basta.

La bomba è scoppiata e la macchina del fango ha subito mischiato le carte in tavola. Non contenti del primo comunicato chiarificatore di Bruti Liberati, gli accoliti dell’Imputato continuano a urlare alla violazione delle regole (Stracquadanio ha dato il meglio di sé, nel sostenere tali teorie, tanto che la platea di Annozero non ha fatto altro che ridere). La Procura allora scrive al Csm ribadendo quanto spiegato nel primo comunicato. La Cassazione apre un’indagine e i bufalari strumentalizzano di nuovo, rigirando frittate. Così parte un secondo comunicato. E’ la Procura di Milano a chiedere che venga fatta chiarezza. Non il contrario come si vuole dare a intendere.

In merito agli “accertamenti conoscitivi” del procuratore generale della Cassazione sulle intercettazioni del caso Ruby che riguardano Silvio Berlusconi, il procuratore della repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, sottolinea che è stata la stessa procura di Milano a rivolgersi al Csm.

Tutto è partito dalla Giustizia che si è vista ingiustamente infangata, e non viceversa. Pensate che i lettori del Giornale lo capiranno, leggendo un titolo simile? Boccassini sotto inchiesta. Non credo. L’importante è insinuare il dubbio, demolire il Pm, spacciarlo per un terrorista che vuole a tutti i costi incastrare il Perseguitato. Il resto viene da sé.

 


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