Gesù e la moglie: cronaca di un antico papiro

par Fabio Della Pergola
giovedì 20 settembre 2012

E così pare che Gesù fosse sposato. Nonostante secoli e secoli di obbligo al celibato per i sacerdoti e di nubilato per le monache, sembrerebbe dimostrato che il “figlio di Dio” in persona (e fondatore inconsapevole di una nuova religione) non disprezzasse affatto le gioie della vita coniugale.

Lo ha affermato una storica del cristianesimo primitivo della Harvard Divinity School, Karen King, che ha presentato un frammento di papiro con qualche riga scritta in copto risalente probabilmente al quarto secolo dopo Cristo.

Ne ha parlato anche il New York Times che ha pubblicato la foto del reperto, il cui proprietario è rimasto anonimo.

La storica ha evidenziato in particolare un passaggio in cui c’è scritto “Gesù disse loro: mia moglie...”. Niente di più (a parte un successivo accenno ad una ‘lei’ che “sarà in grado di essere mia discepola”), ma scusate se è poco.

Le voci su un possibile matrimonio di Gesù, le insinuazioni di corridoio su Maria Maddalena ed anche quelle sui suoi ipotetici fratelli e sorelle ‘carnali’, fanno parte di dibattiti storici millenari a partire da quei vangeli apocrifi famosi per le loro affermazioni considerate eretiche dalla patristica ortodossa e per la loro conseguente esclusione dalle scritture canoniche.

In essi si trovano cenni di quello che fu il primo conflitto tutto interno al cristianesimo tra le tendenze giudeo-cristiane di Giacomo, "fratello del Signore", e quelle di Paolo di Tarso più interessato a rivolgersi verso il mondo greco-romano. Si sa che, alla fine, la volontà di rompere definitivamente con il mondo giudaico propugnata dall’apostolo fu la strategia vincente e certamente il motivo per cui la nuova religione, tagliati i ponti con le proprie origini, si affermò in tutto l'occidente.

Naturalmente è noto che non c’è alcuna prova di una reale esistenza storica di Gesù - il primo a parlare della sua morte e resurrezione fu proprio Paolo, comunemente ritenuto il fondatore (o l'inventore ?) del cristianesimo - anche se è molto probabile che un qualche predicatore itinerante di nome Yeshua fosse effettivamente esistito a quei tempi, fra i numerosi altri di cui si sono perse le tracce (ma questo non vuole dire, ovviamente, che fosse davvero un dio "incarnato"). E che un predicatore giudeo finisse crocefisso dai Romani è molto probabile: si dice che i legionari dell'Impero abbiano fatto fuori tutti gli alberi della regione a forza di abbatterli per fare croci. Non si sa se è vero, ma la durezza della repressione romana è rimasta proverbiale.

Comunque, non c’è alcun cenno alle vicende terrene di un ‘figlio di Dio’, ad esempio, negli scritti di Filone d’Alessandria, un filosofo ebreo ellenizzante contemporaneo a quello che è comunemente indicato come il periodo di vita di Gesù (mentre i testi di Giuseppe Flavio su cui si basano alcune delle presunte prove o conferme della veridicità storica dei fatti raccontati dai Vangeli, sono decisamente posteriori); ma negli scritti di Filone c’è uno strano racconto che ci fa sospettare che qualcosa sia stato fatto proprio e poi 'adattato' nella successiva letteratura cristiana:

Vi era in Alessandria un pazzo che si chiamava Karabas (…) Si trascinò questo disgraziato alla palestra e lì fu fatto salire sopra un palco ben alto perché tutti potessero vederlo. A guisa di corona gli misero sul capo un cesto sfondato e sulle spalle, come mantello, un ruvido tappeto; poi un tale, vedendo un giunco lungo la strada, lo strappò e glielo mise in mano a guisa di scettro. Dopo averlo così decorato con le insegne della regalità, come se fosse un buffone da teatro, alcuni giovani con dei bastoni in spalla formarono intorno a lui la guardia del corpo, mentre altri venivano ad inchinarsi davanti a lui, a chiedergli giustizia, a consultarlo sugli affari pubblici…” (Filone, In Flaccum, IV).

Interessante no ? Che il drammaticissimo racconto del povero pazzo dell'antica città egiziana sia stato manipolato per costruire l'altrettanto drammatica vicenda del Cristo offeso, umiliato e cinto da una corona di spine ? Che un innocuo demente sia stato trasformato in un visionario profeta dall'animo nobile ? Che il "Re dei Giudei" sia stata solo una facile e vile presa in giro di un semplice mentecatto ?

Non lo sappiamo, ma è certo che il papiro copto che parla della “moglie di Gesù” - lungi dall'essere una qualche conferma dell' esistenza storica di Gesù - altro non è che un testo posteriore di secoli, come gran parte degli scritti che parlano della vita, vera o presunta, di un misterioso individuo di duemila anni fa; il Vangelo più antico, quello di Marco, risale a non meno di una quarantina d'anni dalla ipotetica ’crocefissione’.

Insomma non ci dice niente di storicamente apprezzabile sulla verità della vita di questo famoso personaggio, ma la dice lunga sui contrasti interni al cristianesimo in cui un’ideologia fortemente sessuofobica e misogina si andò affermando non perché questo era l’insegnamento del “figlio di Dio” o perché questo era il suo esempio, come è stato a lungo sostenuto, ma più semplicemente perché questa era la mentalità misogina degli ambiti ellenizzanti in cui il cristianesimo si andò affermando.

Nemmeno aver avuto una moglie conferisce al Gesù della Chiesa una parvenza, seppur minima, di storicità.


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