George Russell - The Subject Is Jazz

par Fabio Festa
mercoledì 29 luglio 2009

Georege Russell, una vita in jazz

Il 27 Luglio si è spento all’ eta di 86 anni il musicista e insegnante George Russell, in seguito a delle complicazioni dovute al morbo di Alzheimer, con il quale conviveva già da alcuni anni, muore a Boston lasciando la moglie, il figlio e un grandissimo apporto al mondo della musica jazz.

Vediamo di ripercorre un po’ di tappe della sua vita: George Russell è nato a Cincinnati il 23 giugno del 1923, da tutti è ricordato come un eccellente pianista, ma inizia la sua carriera come batterista, in seguito, vince una borsa di studio per la Wilberforce University, storica Università privata afroamericana, entra anche a far parte della squadra di Basket dei Collegians. Ma il suo avvicinarsi alla musica è stato abbastanza inusuale, infatti, questo avviene solo nel ’41, quando Russell dopo essersi arruolato in marina, viene colpito dalla tubercolosi ed è costretto ad una permanenza in ospedale di 6 mesi. Inizia, infatti, ad interessarsi di musica seriamente tramite un suo compagno di stanza che gli insegna i fondamenti delle armonizzazioni, nasce "New World", di Benny Carter e prima di essere sostituito dal batterista Max Roach, entra a far parte della Benny Carter’s Band, ascoltandolo però, decide di rinunciare alla batteria continuando con il piano, si trasferisce a New York ed entra in contatto con personaggi storici del jazz, come Gil Evans, si trova così catapultato nel pieno centro dove risiedono le più profonde radici della black music.

La sua musica è sempre stata all’ avanguardia, George Russell ha avuto la capacità di riuscire ad attuare intuizioni estremamente interessanti e innovative, supportato da una forte creatività e voglia di conoscere “mondi nuovi”. La ricerca l’ha spronato ad andare “oltre”.

Questa voglia di esplorazione la possiamo trovare in "Cubano Be/Cubano Bop" scritta per Dizzy Gillespie, la prima fusione di ritmi Afro-Cubani con il jazz, inoltre, negli gli arrangiamenti per Artie Shaw e Claude Thornhill. Ma è in seguito ad un ulteriore periodo di 16 mesi trascorso in ospedale che ha preso forma quello che in futuro sarà ricordato come il nuovo modo di fare musica, ossia il "Lydian Chromatic Concept of Tonal Organization”, pubblicato nel 1953, con il quale ha stravolto le regole, la tecnica di improvvisazione, il modo di comporre la musica jazz, in pratica, Russell propose l’utilizzo della musica modale anziché della musica tonale, utilizzando così la scala Lidia come scala primaria, queste teorie musicale hanno influenzato tantissimo la musica di virtuosi come Miles Davis e John Coltrane.


Altra tappa fondamentale è l’ uscita dell’ album “The Jazz Workshop”, registrato nel 1956 e pubblicato l’ anno dopo, anche qui Russell anticipa i tempi, con un album con incursioni jazz-rock, rintracciabili in altri lavori solo qualche anno dopo; i musicisti coinvolti in questo lavoro sono di tutto rispetto, ha alle spalle un sestetto capitanato dallo stesso Russell coinvolto come pianista e arrangiatore, più: Art Farmer, Barry Galbraith, Hal McKusick, Milt Hinton, Teddy Kotick, Bill Evans, Joe Harris, Paul Motian, Osie Johnson.

Inoltre sono da menzionare in una discografia molto vasta, altri album di grande importanza come: “Ezz-ethics” del 1961 e “Listen to the silence “del 1971 e “The African Game” per la storia Blue Note, pubblicato nell’ ’84 con la Living Time Orchestra, con la quale ha condiviso anni di concerti live in giro per il mondo.

Nel 1969 dopo aver lasciato gli Stati Uniti, ritorna per insegnare presso il nuovo dipartimento di musica jazz presso il “New England Conservatory”. Ha ricevuto inoltre 2 nomination ai Grammy, una serie di importanti riconoscimenti che non sono arrivati subito, ha ampliato e studiato a fondo il suo concetto di musica modale, ha insegnato in tutto il mondo, ha influenzato tantissimi artisti e accompagnato la vita di molti ascoltatori con la sua musica.

Per chi non lo conoscesse e volesse avvicinarsi al suo mondo potrebbe essere interessante cominciare con i dischi citati sopra ed anche con un doppio album uscito nel 2005, dal titolo “The 80th Birthday Concert” sempre con la Living Time Orchestra.



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