Genocidio lento
par Enrico Campofreda
mercoledì 19 marzo 2025
Israele, non Netanyahu, ne ammazza quattrocento in un colpo solo. Non gliene bastavano cinquantamila, che invece sono molti di più, perché di tanti i cadaveri non sono conteggiati. Si stanno decomponendo sotto i pilastri di cemento abbattuti coi supercolpi, simili a quello di stanotte.
Armi letali, armi bestiali come chi le usa, chi le comanda, chi le giustifica, chi a casa nostra e nel mondo - fra le anime belle del politicamente corretto e oggettivamente corrotto - ha venduto l’anima all’unico Dio riconosciuto: lo sterminio. Parlano degli attuali demoni della geopolitica i Soloni della comunicazione, omettendo, tralasciando, dimenticando volontariamente l’infinita scia di sangue dietro cui si parano tanti ‘incorporati’ della notizia. Scrivendo e descrivendo tutto il bene della Civiltà e tutto il male del Terrore. Categorie che stanno fra i civili d’Israele, parenti delle vittime del raid del 7 ottobre e fra i civili della Striscia resi incivili da chi decide per loro di combattere, tenendoli bloccati fra le macerie, rendendoli presto cadaveri. Le bombe piovono sui diseredati di Gaza: la colpa è di Hamas che non restituisce i prigionieri. Davanti a una telecamera un padre, né giovane né vecchio, urla: Ci stanno massacrando, cosa fa il mondo? E’ un già sentito, un già vissuto. Il mondo non vuole fare nulla, chi è debole deve soccombere. Non ha speranze. Con l’ipocrisia che gli appartiene, il mondo che comanda il mondo decide dove spegnere le bocche di fuoco, chi salvare e quando, dopo aver bruciato vite per un po’. In quella fetta di Terra ch’era la Palestina, questa formula non vale. Si vuole continuare a sterminare, non c’è America rossa o blu a differenziare. C’è il nero d’Israele, da ottant’anni padrone di buio e lutti.
Enrico Campofreda