Gcap, le sfide industriali del caccia del futuro

par Osservatorio Globalizzazione
venerdì 9 maggio 2025

Il Global Combat Air Program (Gcap), il progetto rivoluzionario per lo sviluppo di un caccia di sesta generazione denominato “Tempest”, sta entrando nella fase operativa. Frutto della collaborazione tra Italia, Giappone e Regno Unito, questo ambizioso programma rappresenta una pietra miliare nel panorama tecnologico globale, puntando a mettere in volo i primi esemplari entro il 2035.

di Roberto De Stefanini

 

A Londra, l’analisi delle implicazioni industriali e produttive del Gcap è stata oggetto di un’approfondita indagine da parte del Comitato per la Difesa del Parlamento. Il rapporto conclusivo sottolinea non solo l’importanza strategica del progetto, ma anche le sfide e le opportunità derivanti da una cooperazione trilaterale senza precedenti. Una cooperazione che, come ha scritto Andrea Muratore su InsideOver, deve spingere a “guardare al Gcap come a uno sforzo di sistema. Più che un aereo, più che una piattaforma militare, più che una frontiera tecnologica, potrà essere un laboratorio per un nuovo modo di fare industria ai tempi del primato della sicurezza pubblica

Una rete complessa di collaborazione industriale

Il rapporto parlamentare evidenzia che il Gcap va ben oltre una partnership tra governi: coinvolge una vasta rete di relazioni industriali che attraversano i confini nazionali e le filiere produttive. In particolare, si stima che solo nel Regno Unito siano coinvolte quasi 600 organizzazioni, tra grandi aziende, PMI e centri di ricerca accademici.

Nel progetto, BAE Systems svolge il ruolo di lead systems integrator (Lsi) per il Regno Unito, lavorando a stretto contatto con il Ministero della Difesa e altri partner industriali attraverso il consorzio “Team Tempest”. Allo stesso modo, Leonardo è il principale responsabile per l’Italia, mentre in Giappone questo compito spetta alla Mitsubishi Heavy Industries.

Gli investimenti e il confronto con i modelli internazionali

Dal 2021, il governo britannico ha investito 14 miliardi di sterline nel progetto, cui si sono aggiunti 600 milioni provenienti dal settore privato. Questo sforzo finanziario è stato paragonato dal rapporto al patto Aukus tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito per la cooperazione nel Pacifico. Entrambi i programmi incarnano la crescente importanza di sinergie tra difesa e innovazione tecnologica per la sicurezza globale.

Un aspetto critico, tuttavia, è rappresentato dalla gestione dei costi. Il Comitato per la Difesa ha avvertito sui potenziali rischi di sprechi, richiamando gli errori di precedenti progetti aeronautici. La necessità di una gestione oculata delle risorse è ritenuta essenziale per garantire il successo del Gcap.

La sfida della forza lavoro per il GCAP

Un’altra questione centrale è la capacità di mobilitare una forza lavoro altamente qualificata. Molti tecnici e ingegneri specializzati nel Regno Unito sono attualmente impegnati nel programma Eurofighter Typhoon, ormai nella fase finale di progettazione e produzione. Sir Richard Knighton, capo di stato maggiore della Royal Air Force, ha definito questa criticità come una delle più urgenti per il futuro del progetto.

Secondo il rapporto, occorre rafforzare il dialogo tra aziende e fornitori per garantire una pipeline di talenti, puntando su apprendistati e opportunità di formazione lungo tutta la catena di approvvigionamento. I sindacati hanno sottolineato l’importanza di assicurare che i candidati esclusi dalle selezioni più competitive possano comunque trovare impiego all’interno del settore, contribuendo così a preservare le competenze necessarie.

Il Gcap come modello per il futuro industriale

Oltre alla dimensione tecnologica e militare, il Gcap rappresenta un’opportunità unica per ridefinire il modo di fare industria in un contesto globale sempre più focalizzato sulla sicurezza pubblica. Il rapporto del Comitato invita il governo britannico a guardare al progetto come a un’iniziativa di sistema, capace di stimolare non solo innovazione tecnologica, ma anche nuove modalità di collaborazione industriale e politica.

Questa visione potrebbe fornire una lezione preziosa anche per l’Italia e il Giappone, entrambi partner fondamentali nel programma. Tuttavia, affinché il Gcap diventi davvero un modello di eccellenza globale, sarà essenziale affrontare le sfide emerse e garantire una gestione integrata delle risorse e delle competenze. Un laboratorio unico per immaginare il futuro dell’industria aerospaziale mondiale.

 


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