Fuori dall’Onda

par Alessio Marchionna
sabato 29 novembre 2008

Dubbi e critiche all’Onda da uno studente che ne fa parte, di sinistra, antifascista e antiberlusconiano...

...sono deluso non poco dalla piega che il movimento universitario, la cosiddetta Onda, sta prendendo. Trovo che sia una gran cosa che il risveglio di un paese narcotizzato da 15 anni di Berlusconi parta da noi studenti universitari, che per troppo tempo siamo stati pigri e propensi a farci ognuno i fatti nostri mentre le facoltà crollavano;

il problema è che un popolo narcotizzato, universitario e non, non si risveglia in tre settimane di protesta e di occupazione, redigendo comunicati trionfalistici, che sembrano più che altro un ricordo sbiadito della sinistra sessantottina (lo vedo, anche dai semplici atteggiamenti delle persone, che l’aspirazione sembra essere quella di rifare il sessant’otto, di "continuare quello che hanno iniziato i nostri genitori 40 anni fa") e attraverso proposte fatte in una notte; questo, oltre che sbalgliato è limitativo, perchè il movimento che sta nascendo è potenzialmente più vasto ed eterogeneo. Quindi credo che il momento sia un momento storico, ma che lo stiamo affrontando nel modo sbagliato.

Dovremmo innanzitutto guardarci intorno, per vedere che il dissenso e il malessere verso lo status quo è ancora più grande di quanto si pensa, e peggiorerà sempre di piu col passare dei mesi, viste le persone che governano, e poi cercare di catalizzarlo intorno a valori comuni agli universitari, ai liceali, agli studenti delle medie (questi due la vera speranza del paese secondo me), ai lavoratori, ai cittadini in genere.


Deve essere un movimento inclusivo e aperto, il più sconfinato possibile; dovrebbe! Fino ad ora, dopo una buona partenza, non ha fatto altro che tracciare confini e barriere altissime intorno a se, con un modo di fare che sta esasperando buona parte della comunità studentesca. In più spaccando gli stessi gruppi di sinistra universitaria, come dimostrano le elezioni appena svoltesi...Sta diventando autoreferenziale, troppo preoccupato di darsi un’etichetta e distinguersi dal resto della popolazione universitaria.

Senza riuscirci tra l’altro, visto che piccoli gruppi o anche singoli studenti fanno a gara per dire "noi siamo l’onda", "non siamo rappresentati da nessuno" (nel frattempo si lasciano le rappresentanze studentesche a Comunione e Liberazione e Azione Universitaria) dando più che altro una sensazione di rottura e contraddizione interna, che come vediamo viene usata facilmente da un governo fascista come il nostro per dire "non avete nulla da dire".

Questo movimento ha un potenziale enorme. Che però va usato nel modo giusto, capendo a fondo il dissenso del resto della società, includendolo e portandone avanti i malumori e le proposte; per farlo c’è bisogno di un approccio unitario, che usi anche un nuovo linguaggio e soprattutto c’è bisogno di tempo. Per il momento non sta avvenendo, perchè le proteste da mezzo sembra che stiano diventando il fine ultimo.

Ovviamente continuerò a far parte dell’Onda e a esprimere il mio dissenso in ogni manifestazione, contro un governo che si dimostra ogni giorno peggiore.


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