Fu Bocchino a incastrare Berlusconi sul caso Noemi

par dAW
mercoledì 9 marzo 2011

Dietro lo scandalo Noemi c’era Italo Bocchino. E’ stato lui, infatti, nel 2009, quando ancora era vicecapogruppo del PdL, a fare la soffiata sulla presenza di Berlusconi al compleanno di Noemi. Con la complicità di Repubblica.


 

27 aprile 2009. Italo Bocchino è vicecapogruppo del PdL, va in televisione a difendere il premier Silvio Berlusconi, parla di un evidente accanimento giudiziario nei confronti del Cavaliere, accusa le sinistre e le opposizioni di voler far cadere il governo votato dagli italiani. Questo di giorno. Alla luce del sole.

Perché la sera, da casa, nel buio del suo studio, accende il computer e manda una mail a Roberto D’Agostino. Con una soffiata: “Che ci faceva ieri sera, in gran segreto, il Reuccio di Arcore a Napoli?”. Dagospia la pubblica immediatamente, in forma anonima, e Repubblica decide di indagare.

Viene alla luce, così, lo scandalo di Noemi e della sua festa di compleanno con Berlusconi ospite. Quello che è successo dopo lo sappiamo tutti. Lo scandalo mediatico porta addirittura alle lettere (a Repubblica) di Veronica Lario, l’allora moglie del premier.

Tutto questo era nato da una soffiata di Italo Bocchino. E, lo ripetiamo, all’epoca era ancora un membro attivo del PdL. E’ lo stesso Roberto D’Agostino a svelare finalmente il mistero su quella soffiata.

Scusate, non è questa una espressione della macchina del fango? Con quella soffiata, decisa a tavolino, Bocchino diede il via all’opera di delegittimazione di Berlusconi e al progetto “Futuro e Libertà”, che come primo passo prevedeva la martirizzazione di Fini e dei suoi finiani. Farsi cacciare, era la parola d’ordine. Passare per martiri.

La soffiata su Berlusconi aveva dato il via a quel progetto. Con la complicità, ovvia ed evidente, dei media di sinistra. In particolare di Repubblica, che aveva dato un seguito alla soffiata di Bocchino. E che poi si rivelerà un fondamentale alleato e un formidabile megafono dei quotidiani attacchi di Gianfranco Fini al Cavaliere.

Tutto, alla fine, torna.


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