Freedom Flotilla: Israele non si scusa e la Turchia rilancia

par Fabrizio Vinci
mercoledì 7 settembre 2011

Israele ribadisce la sua posizione: non ci saranno scuse per il cruento assalto alla Freedom Flotilla. La Turchia, dopo aver annunciato di voler interrompere i rapporti economici e militari con lo Stato ebraico, si appresta e siglare un accordo strategico con l'Egitto; sembra vera crisi.

Si aggrava la crisi diplomatica tra Turchia e Israele. Dopo l'espulsione dell'ambasciatore israeliano da parte di Ankara e la successiva sospensione dei rapporti commerciali e militari, adesso le ritorsioni si spostano negli aeroporti civili. A farne le spese sono i cittadini in viaggio nell'uno o nell'altro paese, vessati dai doganieri di turno; la cui unica colpa è essere turchi in transito in Israele e viceversa. 


La causa scatenante risiederebbe nelle mancate scuse da parte di Tel Aviv ad Ankara per l'uccisione di nove attivisti turchi, presenti nella Freedom Flotilla, quando questa provò a superare il blocco navale imposto da Israele, nel tentativo di aprire un corridoio umanitario verso Gaza. Le richieste di scuse formali e di risarcimento sono state avanzate dalla Turchia subito dopo che l'Onu ha definito "eccessiva e irragionevole" la risposta israeliana. 

Emerge in maniera evidente l'arroganza di entrambe le nazioni: spropositata fu l'aggressione subita dai militari israeliani del commando speciale, rei di aver abbordato la nave turca, quanto l'uso smisurato della forza che Israele applicò in forma di ritorsione e che condusse all'uccisione dei nove attivisti filo-palestinesi. Proprio nel momento in cui si stringe il cerchio attorno all'Iran, definirei inopportuni quanto inappropriati questi screzi diplomatici.


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