Frattini richiama l’ambasciatore Valenzise: "sono addolorato"

par Sergio Bagnoli
martedì 27 gennaio 2009

Franco Frattini richiama a Roma l’ambasciatore Valenzise e si dichiara addolorato per "l’offesa ricevuta da un paese che si riteneva amico”.

Il Procuratore generale della Corte suprema brasiliana beffa l’Italia e chiede l’archiviazione di ogni procedimento inerente l’estradizione di Cesare Battisti.

Nella notte, a causa del fuso orario, la notizia è arrivata in Italia: il procuratore generale presso la corte suprema di Brasilia Fernando De Souza ha proposto al Supremo Tribunale Federale (Stf), presieduto da Gilmar Mendes, l’archiviazione della richiesta italiana di estradizione nei confronti di Cesare Battisti, il terrorista di sinistra condannato in Italia all’ergastolo per aver ucciso quattro inermi cittadini. “ A Battisti il Ministro di Giustizia brasiliano ha concesso l’asilo politico e quindi lo stesso non può più essere estradato” ha sentenziato il Procuratore, deludendo le speranze del governo di Roma che immediatamente per bocca del Ministro degli Affari esteri Franco Frattini “si è sentito pugnalato alle spalle da Brasilia, considerati i buoni rapporti che sino a qui legavano le due nazioni”. Immediatamente è stato richiamato per consultazioni a Roma l’ambasciatore d’Italia a Brasilia Michele Valenzise.



Siamo dunque ad un passo da una drammatica rottura delle relazioni diplomatiche. Il passo del ministro Frattini è sttao apprezzato non solo da esponenti del centro- destra come il capogruppo del Pdl alla Camera Gasparri, ma anche del centro- sinistra e non deve essere dispiaciuto nemmeno al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che tanto si era speso, scrivendo una lettera personale al presidente brasiliano Lula da Silva, per far rientrare nelle patrie galere italiane il terrorista Battisti. Lula rispose, nonostante il suo portavoce avesse smentito il giorno prima quest’eventualità, al Presidente Napolitano lodando il sistema giudiziario e penitenziario italiano e la sua democraticità inducendo il Quirinale in una moderata fiducia nel circa l’esito positivo della vicenda. Stanotte invece la doccia fredda. Ora purtroppo pare che il raffreddamento delle relazioni bilaterali tra Italia e Brasile sconfinerà anche in campo sportivo: potrebbe essere che il Coni e la Figc vietino agli azzurri di giocare l’amichevole con la squadra “carioca” in programma il prossimo dieci febbraio. Era dai tempi della guerra fredda o dei conflitti balcanici che eventi sportivi subissero condizionamenti dal mondo politico.

Quel che è certo è che, considerando quanto avvenuto stanotte, con il senno di poi suona oltremodo beffarda la risposta di Lula a Napolitano. Ieri sera, nel corso della trasmissione televisiva “Porta a Porta” il ministro degli interni Maroni, componente influente del governo ma non direttamente interessato al caso, ha affermato come necessaria una presa di posizione ufficiale italiana sul caso in sede di G8. Come a dire a Brasilia: “se intendete evitare sanzioni economiche dovrete collaborare nella lotta al terrorismo su scala mondiale non colpendo solamente quello di matrice islamica”. La tensione tra Italia e Brasile ora è alle stelle e forse non scemerà a breve: l’immensa nazione verde-oro si sente talmente forte, è una delle tigri economiche planetarie, da considerare ininfluente per i suoi destini ogni protesta italiana. Potrebbe essere però una scelta miope perché nel mondo d’oggi quasi più nessuno è ininfluente.

 


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