Francia, scatta il divieto di pregare per strada, prime proteste dei musulmani

par UAAR - A ragion veduta
giovedì 22 settembre 2011

Dalla mezzanotte di giovedì 15 settembre è entrato in vigore in Francia il divieto di pregare per strada, divieto voluto fortemente dal ministro degli interni e ministro dei culti, Claude Guéant. “Pregare nella strada è indegno di una pratica religiosa e viola il principio di laicità” afferma il ministro in un’intervista concessa a Le Figaro, spiegando come tale usanza “urta la sensibilità di numerosi Francesi, scioccati dall’occupazione dello spazio pubblico da una pratica religiosa” e che di questo fatto, d’altra parte, ne sarebbero convinti gli stessi responsabili del culto musulmano.

Secondo Guéant vi sono in Francia 2000 tra moschee e sale di preghiera, e altri 200 progetti attualmente in cantiere per permettere ai musulmani una pratica religiosa appropriata, ma spetta alle autorità religiose sapere se sono sufficienti. Lo Stato, da parte sua, non può in alcun caso contribuire alla costruzione di moschee e di chiese, perché “sono affari di culto, quindi di fedeli”.

Il ministro è comunque deciso a far applicare fermamente il divieto e se necessario a far ricorso all’uso della forza, anche se ritiene che certamente non sarà necessario, perché la norma in atto è frutto di “concertazione” con le parti e non di semplice imposizione. D’altro canto, secondo lui, la misura ha anche lo scopo di evitare chiusure di tipo comunitario e mira all’unità nazionale, mantenendo il paese “completamente legato e fedele ad un numero di valori e principi, ad un unico modo di vivere”, cittadini immigrati compresi.
Intanto, però, si sono avute le prime manifestazioni di protesta da parte di alcuni imam che dichiarano di non essere mai stati consultati e, comunque, di non voler accettare di pregare in una caserma di pompieri messa a loro disposizione al fine di evitare ai fedeli di continuare a pregare riversandosi nelle strade.

Hanno pertanto inscenato questo martedì una manifestazione di protesta nella capitale, con qualche blocco della circolazione stradale, mentre altri tafferugli erano scoppiati già venerdì, primo giorno di entrata in vigore del divieto, secondo quanto riporta 20minutes.

Franco Virzo


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