Francia: il dibattito su Islam e laicità lanciato dal Governo
par Francesca Barca
lunedì 27 giugno 2011
Il partito del Presidente Sarkozy, l'Ump, ha lanciato un dibatto su Islam e laicità che ha aperto polemiche in Francia, per rivelarsi poi un fallimento. I mussulmani francesi sono al centro di discussioni da mesi il tutto, a una settimana dall'entrata in vigore della legge anti-burqa.
I rappresentanti dei culti religiosi francesi, riuniti nella Conférence des responsables de culte en France (CRCF) hanno pubblicato una lettera aperta e congiunta, il 29 marzo scorso, per manifestare la loro contrarietà a questo dibattito che, secondo molti, rischia di stigmatizzare l'Islam. Cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, mussulmani e buddisti hanno invitato a non sprecare i preziosi passi avanti – la laicità – che la Francia ha conquistato e, «durante questo periodo elettorale, di mantenersi fermi e evitare gli amalgami e i rischi di stigmatizzazione. (…) Il dibattito è sempre un segno di vitalità e di salute. Ma un partito politico, benché maggioritario, è il luogo giusto per portarlo avanti da solo?».
Per quanto riguarda gli attacchi da parte dell'opposizione, invece, si sono concentrati sulle critiche all'Ump che, secondo il Ps, sta cercando di rubare elettorato all'estrema destra. Ricordiamo che nel dicembre scorso Marine Le Pen, a un'assemblea del Front National a Lione ha paragonato le preghiere dei mussulmani in Francia a una occupazione.
E gli attacchi sono arrivati anche da dentro i partito stesso (da Juppé a Fillon, seguiti da altre otto persone), che ha cercato di serrare i ranghi e difendersi. Secondo Jean-François Copé non si «è mai trattato di dibattere sull'Islam, ma di fare una riflessione sul nostro patto repubblicano e sulla laicità». Dopo mesi di polemiche e discussioni, quindi, si è pianificato un incontro di ben (!) tre ore, animato da Valérie Rosso-Debord, deputato Ump dove si sarebbe dovuto parlare, secondo Claude Guéant, il Ministro degli Interni, «di menù nelle mense scolastiche, reparti misti negli ospedali, finanziamento dei luoghi di culto». Il risultato? Jean-François Copé deporrà all'Assemblea Nazionale una proposta di risoluzione che «richiama i principi di laicità», mentre il Ministro degli Interni fa sapere che continua il progetto di raggruppare tutti i testi che esistono sul soggetto per mettere insieme un “codice della laicità”.
Secondo il quotidiano francese Le Monde, per la maggioranza al Governo si è trattato di evitare che i risultati dell'incontro apparissero “non all'altezza” della polemica che hanno scatenato. «Ma l'esercizio non è facile. Per quanto riguarda le polemiche sulle preghiere in strada, delle misure dovrebbe essere annunciate nei prossimi giorni dal Ministro degli Interni», fa sapere l'Ump. Ma il margine di manovra sembra ridotto, «perché il Governo ha escluso ogni modifica della legge del 1905 che ha instaurato la separazione tra Chiesa e Stato (...). Se le soluzioni concrete sembrano poco innovative, si porrà la questione del beneficio politico che tutto questo dibattito ha portato all'Eliseo, che avrebbe dovuto sedurre gli elettori, ma ha solo creato grandi polemiche».
Le comunità mussulmane
I mussulmani di Francia si inquietano. Intanto è nato un collettivo contro l'Islamofobia, Collectif contre l'Islamophobie en France, che sta iniziando a mettere insieme gli atti contro i mussulmani, con tanto di GoogleMaps.
Abderahmane Dahmane, ex consigliere di Nicolas Sarkozy, ha chiamato i mussulmani di Francia a portare una “stella verde” in protesta contro il dibattito di ieri. Inoltre a una riunione alle Grande Mosche di Parigi Abdallah Zekri, del Consiglio francese dei Culti Mussulmani, ha chiamato i suoi correligionari a lasciare l'Ump.
Ricordiamo che negli ultimi mesi ci sono state polemiche anche contro la macellazione rituale e sull'uso di capi di abbigliamento.
La laicità in Francia
La Francia è la patria della laicità: con la legge 1905 viene sancita la separazione totale fra Chiesa e Stato. Questa legge rimpiazza il Concordato con il Vaticano del 1801, che resta tutt'ora oggi in vigore in Alsazia-Mosella (la regione di Strasburgo) dove, tra le altre cose, esistono – unico caso in Francia – delle facoltà di teologia (Cattolica e Protestante) e i finanziamento diretto da parte dello stato ai culti nella costruzione, ad esempio, delle Chiese, dei Templi o delle Sinagoghe. La legge del 1905 stabilisce la libertà di coscienza e dichiara il libero esercizio dei culti. Allo stesso tempo lo Stato cessa di finanziare i culti religiosi quindi sono aboliti gli stipendi ai ministri di culto e le sovvenzioni pubbliche alle religioni. Anche le statistiche etnico-religiose sono vietate, motivo per il quale è difficile oggi fare stime.
Nel 2004 un'ulteriore legge vieta l'uso di simboli religiosi a scuola (croci, kippa, velo islamico e quant'altro) per garantire lo spirito laico dell'istituzione pubblica.
Nell'ottobre 2010 la Francia è stato il primo Paese europeo a vietare l'uso del burqa negli spazi pubblici in nome dell'apparenza repubblicana. La legge entrerà in vigore lunedì 11 aprile prossimo. Le donne trovate con il burqa pagheranno una multa di 150 euro. Secondo le stime – alla cui origine è impossibile risalire – sarebbero 2000 le donne che portano il burqa in Francia. Il niqab non sarà toccato dalla legge, che però vieterà il velo integrale in tutti gli spazi pubblici: trasporti, ristoranti, cinema, teatri, parchi, stazioni, musei, ospedali, biblioteche, stadi, palestre. Si può usare al volante, nelle camere d'hotel, in casa, negli stabilimenti privati, ad esclusione dei luoghi dove c'è contatto con il pubblico.
Ieri, a Poussan, nella Linguadoca-Rosiglione, Fatima Ouhamma, 38 anni, non è potuta entrare nella scuola dei figli a causa del velo. Pur non portando un burqa si è vista vietare l'ingresso allo stabilimento sulla base della legge dell'ottobre 2010.
Francesca Barca
Europa 451
Ricordiamo che negli ultimi mesi ci sono state polemiche anche contro la macellazione rituale e sull'uso di capi di abbigliamento.
La laicità in Francia
La Francia è la patria della laicità: con la legge 1905 viene sancita la separazione totale fra Chiesa e Stato. Questa legge rimpiazza il Concordato con il Vaticano del 1801, che resta tutt'ora oggi in vigore in Alsazia-Mosella (la regione di Strasburgo) dove, tra le altre cose, esistono – unico caso in Francia – delle facoltà di teologia (Cattolica e Protestante) e i finanziamento diretto da parte dello stato ai culti nella costruzione, ad esempio, delle Chiese, dei Templi o delle Sinagoghe. La legge del 1905 stabilisce la libertà di coscienza e dichiara il libero esercizio dei culti. Allo stesso tempo lo Stato cessa di finanziare i culti religiosi quindi sono aboliti gli stipendi ai ministri di culto e le sovvenzioni pubbliche alle religioni. Anche le statistiche etnico-religiose sono vietate, motivo per il quale è difficile oggi fare stime.
Nel 2004 un'ulteriore legge vieta l'uso di simboli religiosi a scuola (croci, kippa, velo islamico e quant'altro) per garantire lo spirito laico dell'istituzione pubblica.
Nell'ottobre 2010 la Francia è stato il primo Paese europeo a vietare l'uso del burqa negli spazi pubblici in nome dell'apparenza repubblicana. La legge entrerà in vigore lunedì 11 aprile prossimo. Le donne trovate con il burqa pagheranno una multa di 150 euro. Secondo le stime – alla cui origine è impossibile risalire – sarebbero 2000 le donne che portano il burqa in Francia. Il niqab non sarà toccato dalla legge, che però vieterà il velo integrale in tutti gli spazi pubblici: trasporti, ristoranti, cinema, teatri, parchi, stazioni, musei, ospedali, biblioteche, stadi, palestre. Si può usare al volante, nelle camere d'hotel, in casa, negli stabilimenti privati, ad esclusione dei luoghi dove c'è contatto con il pubblico.
Ieri, a Poussan, nella Linguadoca-Rosiglione, Fatima Ouhamma, 38 anni, non è potuta entrare nella scuola dei figli a causa del velo. Pur non portando un burqa si è vista vietare l'ingresso allo stabilimento sulla base della legge dell'ottobre 2010.
Francesca Barca
Europa 451