Francia all’ultradestra: prima vittoria del terrorismo islamista
par Fabio Della Pergola
lunedì 7 dicembre 2015
Qualche giorno fa scrivevo “il terrorismo islamista è, prima di tutto, un terrorismo anti-islamico”, e, prima ancora, citavo i dati di Erin Miller, una analista della Maryland University che dimostrava, numeri alla mano, come il terrorismo islamista avesse fatto molte, molte più vittime fra i musulmani che non in Occidente.
Ma questo non significa che nella strategia a tutto campo della galassia terroristica - un certo numero di microcellule o singoli individui che si attivano all’interno di un piano strategico da lupi solitari, ma tutt’altro che improvvisato - l’Occidente sia al sicuro.
Gli attentati di Parigi, l’allarme di Bruxelles, l’accoltellatore di Londra, la sanguinaria coppia del massacro californiano si inseriscono nella lunga lista di squinternati dell’intifada con le auto lanciate sulla folla, fotocopia europea di quella israeliana; con vittime privilegiate gli ebrei, ma non solo.
La strategia, per quanto abborracciata, qualche risultato bello chiaro lo ha dato. La Francia si è immediatamente spostata in maggioranza (per ora relativa) verso l’estrema destra delle due bionde talebane della famiglia Le Pen (quasi 29%, contro il 27% del centrodestra di Sarkozy e il 23% dei socialisti).
Una, la zia Marine, impegnata da anni a “ripulire” il partito dalle esternazioni estrremistiche del vecchio padre, per renderlo presentabile agli occhi di una borghesia francese di provincia, conservatrice, ma senza esagerare. Così decisa a seguire questra strada da arrivare fino all’espulsione del fondatore, Jean Marie.
La nipote invece, Marion, libera, bella e spregiudicata, non ha peli sulla lingua. Casomai li ha sullo stomaco e suona la stessa musica del nonno. Una musica decisamente reazionaria, antisemita di un antisemitismo d’antàn (le camere a gas? "Solo un dettaglio della storia" ) antiabortista, contraria ai diritti civili per i gay, all'immigrazione e così via. Il tutto con linguaggio spiccio, condito da espressioni "colorite".
In più è supercattolica praticante, integralista e tradizionalista, e sfodera la croce con la stessa gagliarda arroganza con cui Giovanna d’Arco sfoderava la spada.
Le due sono un po' diverse fra di loro, ma piacciono; e la Francia, impaurita dagli attentati e inebetita dal cinico sfruttamento politico degli stessi, marcia verso l’estrema destra al canto di una Marsigliese che non ha più il senso della difesa di diritti universali (più occidentali che altro, in realtà) fatti a pezzi dai kalashnikov islamisti, ma quello truculento e marziale della vendetta e del sangue-chiama-sangue.
Esattamente quello che i terroristi del Bataclan, di Charlie Hebdo e del Super Kosher, volevano. Nel frattempo auguri ai musulmani francesi; il conto lo pagheranno loro.
E la sinistra? Nonostante la risalita di Hollande nei sondaggi, grazie ai caccia mandati a sparacchiare sul Califfato, il partito crolla. Non più di un quarto (scarso) dei voti.
Nel frattempo i laburisti inglesi si sono improvvisamente svegliati e hanno dato un colpo con Hilary Benn, ministro degli Esteri-ombra: «l’ISIS è il nuovo fascismo e va combattuto».
Come li vuoi chiamare quei tagliagole schiavizzatori di donne e massacratori di gente inerme se non fascisti e nazisti? Ma, attenzione, Benn ha accusato l’ISIS, non l’Islàm.
Chi parla di “bastardi islamici” sta a destra, sono le bionde talebane Le Pen, gli Orban, i Salvini e Sallusti, Belpietro, Ferrara e tante altre mezze calzette della politica nostrana e altri ex adoratori del Dio Po che ora scoprono le loro radici cristiane (ma non quando si trattava di perseguire la copertura data dalle alte gerarchie ai preti pedofili o gli intrallazzi più che loschi delle finanze vaticane).
Se la sinistra laburista esce dalla confusione mentale falsamente terzomondista (fisiologico riflusso antiblairiano) e comincia a distinguere il nemico senza cadere nelle insidiose trappole dello scontro di civiltà, forse c’è perfino qualche residua speranza, in fondo al tunnel.
Che però, temo, sarà terribilmente lungo.
Foto: Vittorio Parisi