Fra tre anni trasfusione di sangue artificiale dalle staminali embrionali

par Federica Gastaldi
martedì 24 marzo 2009

Con tutta probabilità saranno gli inglesi i primi a produrre una quantità illimitata di sangue umano artificiale utilizzando le cellule staminali embrionali: questo quanto annunciato in prima pagina dal britannico “The Independent“ di domenica.
I ricercatori lavoreranno sulle cellule staminali degli embrioni creati in eccedenza nei processi di fecondazione assistita e punteranno soprattutto a quelle in grado di produrre il gruppo sanguigno 0 che è, sì il più “altruista”, ma anche quello che più scarseggia, difatti lo possiede solo il 7% degli esseri umani.
Com’è noto, le staminali sono le uniche cellule del nostro organismo ossequiose all’invito che Dio fece ad Adamo ed Eva: “Andate e moltiplicatevi”.
Verrà sfruttata proprio questa loro dedizione all’autoriproduzione al fine di generare, a iosa, sangue del tipo 0. Questo tipo di gruppo sanguigno, in particolar modo quello con fattore Rh negativo, può essere donato a tutti e ciò potrebbe risolvere il problema delle derrate sanguigne sempre insufficienti. Peculiarità delle stem cells, questo il loro nome in inglese, è una sorta di gender swapping nonché del cosiddetto “cambio di genere”. Il loro destino è vario. Possono trasformarsi in tutti i tipi di cellule attraverso un processo chiamato “differenziamento”.
I ricercatori saranno guidati dal prof. Marc Tuner della Edinburgh University e affiancati dal “Servizio trasfusioni e trapianto” del Servizio Sanitario Nazionale britannico, dall’omologo scozzese e dal “Wellcome Trust”, il più grande ente di beneficienza che sostiene e promuove la ricerca medica.
La GB non è la sola a dedicarsi ad imprese così ardue. Nel campo sono attive anche la Francia, l’Australia e la Svezia. Lo scorso anno, anno - epilogo dell’era Bush, un gruppo di ricercatori statunitensi aveva annunciato a gran voce di essere in grado di produrre miliardi di cellule sanguigne dalle staminali, ma l’arresto dei finanziamenti pubblici, deciso dall’allora presidente, fece scivolare il progetto nel baratro della rinuncia.
L’era Obama allunga il dito sul tasto on della ricerca. Il neopresidente ha infatti rimosso i limiti stabiliti dal predecessore e concesso fondi federali alla ricerca. L’Advanced cell technology, il gruppo di ricercatori statunitensi suddetto, potrà così riprendere in mano ciò a cui aveva dovuto rinunciare.
Qual è l’atteggiamento dell’Italia dinanzi a questo scenario da alcuni identificato come forma di regresso culturale mentre da altri come segnale di un forte dinamismo sociale?
Il Vaticano insorge ma non ha capito che Obama vive negli Usa, non in Italia. E’ bene precisare che la Chiesa non è contraria alla ricerca sulle staminali ma se questa "avviene attraverso la distruzione di embrioni, c’è un problema" sostiene monsignor Ignacio Carrasco, cancelliere della Pontificia Accademia per la vita.

Perché non accontentarsi della ricerca sulle staminali adulte?

Una parte dello stivale sguazza giulivamente in una sorta di era Bush anche se negli Usa, la ricerca finanziata dai privati ha comunque potuto attuarsi mentre in Italia, una legge impedisce a chiunque di utilizzare ai fini di ricerca embrioni soprannumerari congelati e destinati alla distruzione. Si tratta di embrioni abbandonati nei frigoriferi, non più impiantabili per ottenere una gravidanza. Perché si deve peccare d’incoerenza? La legge accetta come legale la pratica dell’aborto ma non le ricerche sulle staminali embrionali? Si tratta comunque di morti. Un aspetto che vale la pena sottolineare concerne la contraddittorietà della normativa in Italia: la legge 40 non parla del divieto di importazione di cellule embrionali già estratte all’estero.
In merito alla notizia dell’abolizione dei limiti, Benedetto della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato del Pdl, ritiene che il programma di Obama non segni uno ”spostamento a sinistra della piattaforma bio – etica del governo americano. Una posizione analoga sarebbe stata adottata, con ogni probabilità, anche da Mc Cain che da senatore si era dichiarato contrario ai veti imposti dal Presidente Bush”. 
Sono tanti i ricercatori che sostengono l’ importanza della ricerca sulle embrionali nonostante la possibilità di riprogrammazione delle cellule adulte. Uno di questi è Giulio Cossu, ordinario di Istologia all’Università di Milano e tra i maggiori esperti italiani in materia di staminali, il quale dichiara: “[... ] servono per qualche anno soltanto per poter dimostrare che le cellule riprogrammate sono in tutto e per tutto uguali alle adulte “che hanno subìto il medesimo processo. Per alcuni scienziati le cellule embrionali avrebbero una maggiore capacità di trasformarsi in qualsiasi altro tessuto, dalle ossa alla pelle, dagli organi alle cellule nervose, rispetto a qualsiasi altro materiale biologico, ad esempio prelevato da donatori adulti. Le adulte sarebbero però più "governabili" proprio per il loro minor grado di indifferenziazione, mentre le embrionali, maggiormente flessibili, presentano rischi superiori di evolvere verso formazioni tumorali.

S’innalza dunque un
coro di voci discordanti e ci si domanda dove stia la verità. Ai lati del ring ancora una volta Religione e Scienza. Il match non fa che riproporsi nella casa del cattolicesimo ingerente.
I ricercatori inglesi ritengono di poter effettuare una trasfusione di sangue entro tre anni. Una parte dei ricercatori italiani dispera perché nel frattempo potrà solo rimanere inerme, dietro un vetro, senza la possibilità di toccare niente di quello che vedrà.


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