Fosse Ardeatine con i Partigiani il Municipio Roma VIII: il Presidente Paolo Pace e la Pres. Comm. Cultura Nicoletta Latteri
par francesco latteri
giovedì 23 marzo 2017
“La malvagità quando è condannata si rivela particolarmente vile: oppressa dalla coscienza, suppone sempre il peggio. Il timore infatti non è altro che l'abbandono degli aiuti del ragionamento: quanto minore è internamente l'attesa degli aiuti, tanto più si valuta l'ignoranza della causa che procura il tormento. Ma essi, durante quella notte, veramente impotente ed uscita dai recessi dell'Ade, ora erano agitati da spettri mostruosi, ora erano paralizzati per l'abbandono dell'anima, perché li colse un improvviso ed inaspettato timore. E così chiunque si ritrovava rinchiuso in un carcere senza catenaccio...” (Sp 17, 11-16).
E' la realtà della dittatura nazifascista di fronte all'evidenza sempre più palese dell'imminenza della propria sconfitta e del proprio tracollo. La realtà di tutti i totalitarismi a cui dà accesso lo Spirito umano che ha smarrito e dimenticato qualsiasi valorialità autentica a fronte della superbia. E' la via che dalla Civitas conduce alla città dolente dove i cives sono ormai la perduta gente. E Caron Demonio dagl'occhi di bragia assume i connotati dell' “Imperor” di turno, dalle sembianze sempre inizialmente accattivanti e seducenti, incantanti ed ipnotizzanti come quelle del pifferaio magico: il Duce, il Fuhrer. Solo poi il volto di Macbeth appare chiaro in tutta la sua demonia. Come bene mostra Shakespeare Macbeth preferisce la morte alla sconfitta. Ma, prima di ciò porta alla morte quanti più altri possibile, compresa, come Goebbels, tutta la propria famiglia, o come Hitler, l'intera Germania perché indegna del proprio Fuhrer. Così, il 24 marzo 1944 sono stati trucidati 335 tra civili e militari. E' uno degli ultimi atti di un totalitarismo di stampo capital tecnicista costruito sulla discriminazione, sulle liste di proscrizione e sui campi di concentramento senza delle quali la propria sussistenza economica non sarebbe possibile.
francesco latteri scholten.