Fondazioni per la ricerca dell’epilessia: Fondazione Neurone

par Fabio Basile
lunedì 24 agosto 2009

Ci troviamo in un’epoca dove l’apparire è sovrano, dove si rincorrono jackpot folli spendendo anche 90.000 euro. In generale si cerca la felicità in beni materiali... Ci si dimentica spesso e volentieri che il raggiungimento di un obbiettivo prefissato anche ideale dà alla nostra persona la consapevolezza di “aver fatto” e di aver avuto successo. Questo accade anche nelle piccole cose. Oggigiorno si ha la possibilità di associarsi: compaiono numerose associazioni che hanno un fine.


Accanto a queste grandi realtà del terzo settore, composte da persone volenterose, abbiamo le fondazioni. A differenza delle associazioni hanno un patrimonio che viene utilizzato per fini variegati: salute, cultura, ricerca. Una realtà emergente ma con alle spalle anni e anni di lavoro è rappresentata dalla Fondazione Neurone Onlus, costituita nel 2006 per la volontà del Dottor Meldolesi le cui finalità sono alquanto nobili: promuovere ed incoraggiare la ricerca scientifica finalizzata alla cura di malattie neurologiche come l’epilessia, il disturbo bipolare, la depressione ed altro ancora. I risultati sono sorprendenti: si pensi che oggi è possibile operare un soggetto epilettico bypassando o diminuendo la somministrazione di farmaci. Tutto questo grazie a tecnologie avanzate e, soprattutto, in Italia. Una ricerca quindi dove è possibile apprezzare risultati concreti con effetti positivi sugli utenti. Infatti la fondazione collabora con un primario istituto d’eccellenza specializzato nel risolvere questo tipo di problematiche.
La Fondazione Neurone continua la sua crescita e si prefigge obbiettivi ambiziosi. Oltre che a Roma si vorrebbero aprire sedi operative in altre regioni. Finanziare la ricerca diventa a volte più utile e nobile di cercare le sopracitate oasi del gioco: per le aziende c’è un ritorno d’immagine non indifferente... incentivato dalla possibilità dettata dalle leggi vigenti di detrarre il tutto. Una soluzione dove tutti vincono: aziende, collettività, ricercatori e soprattutto quelle persone che soffrono di queste patologie e che con un’attenzione maggiore da parte di tutti possono finalmente vedere la propria vita cambiata.

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